96 persone in carcere (di cui 53 già recluse) e 3 ai domiciliari, tutte ritenute affiliate al gruppo criminale degli Strisciuglio che a Bari gestisce le attività illecite. I reati contestati nell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bari, Giovanni Anglana, sono: associazione mafiosa, armi, droga, lesioni e rissa. Le indagini dell’operazione, denominata “Vortice-Maestrale”, condotte da polizia e carabinieri, coordinati da Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese (pm Lidia Giorgio e Marco D’Agostino), con la collaborazione della Direzione nazionale antimafia, si sono concentrate sugli ultimi sei anni e sulle modalità scelte dal gruppo non solo per definire la propria gerarchia interna ma anche per imporsi, nel controllo delle attività illegali, in diversi quartieri della città e nei vicini comuni di Palo del Colle e Conversano. – continua sotto –
L’inchiesta conta complessivamente 147 indagati e si è avvalsa delle dichiarazioni rese da una ventina di collaboratori di giustizia. Nel corso degli accertamenti investigativi sono stati documentati episodi di estorsione ai danni dei commercianti, riti di affiliazione e spedizioni punitive a carico di chi non saldava i debiti o rimaneva incastrato in questioni sentimentali. Per gli inquirenti erano Ivan Caldarola e Vito Valentino – entrambi con precedenti penali – ai vertici dell’organizzazione e che potevano contare sulla collaborazione di altri referenti di quartiere e città. – continua sotto –
Estorsioni – “I quartieri dove è attivo il clan Strisciuglio sono tuttora caratterizzati da un asfissiante controllo del territorio, che si manifesta attraverso le estorsioni esercitate in danno di numerosi piccoli imprenditori ed artigiani che hanno le proprie attività ed insediamenti produttivi in quelle aree: cantieri edili, commercianti, lidi balneari, attività di ristorazione, eventi ludici e concertistici”. E’ uno dei passaggi contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare notificata oggi a 99 affiliati al clan barese. Tra i 40 capi d’imputazione contestati, a vario titolo, ai 147 indagati, ci sono cinque estorsioni: a una gioielleria (4 bracciali del valore di 20mila euro come prezzo della protezione); a una sala scommesse, imponendo slot machine fornite dall’indagato Baldassarre D’Ambrogio; al gestore di un garage (una moto); alla titolare di un bar (5 mila euro per aver offeso la moglie di un sodale, dopo averle danneggiato il locale e incendiato il portone di casa); il pizzo su un giro di prostituzione (10 mila euro per poter continuare l’attività). – continua sotto –
Rissa in carcere e droga lanciata con droni – La violenta rissa tra 41 detenuti avvenuta nel carcere di Bari l’11 gennaio 2016, dopo la rottura dell’alleanza tra i clan Strisciuglio e Misceo, “ha rappresentato un punto di snodo fondamentale nelle dinamiche associative nel territorio barese”. L’episodio è ricostruito nell’ordinanza del gip. L’inchiesta ha evidenziato il potere di intimidazione e la capacità del clan di esercitare un controllo anche all’interno delle carceri e “l’estrema rilevanza” proprio di quella rissa, nella quale rimasero feriti anche agenti di Polizia penitenziaria, “in grado di incidere in una sorta di riequilibrio del panorama mafioso barese, anche in relazione agli interessi connessi alle varie attività illecite”. Da quel momento, infatti, sarebbe cominciata una “invasione” da parte del gruppo criminale barese su alcuni territori della provincia, soprattutto per impadronirsi delle piazze di spaccio. E proprio dal carcere “i membri di vertice del clan Strisciuglio – si legge negli atti – continuavano a gestire le attività illecite, ad impartire ordini e direttive, non solo tramite le ambasciate comunicate all’esterno per tramite di familiari, ma anche utilizzando telefoni cellulari consegnati clandestinamente nelle carceri di tutto il territorio nazionale”. Nella casa circondariale di Bari – hanno documentato le indagini e rivelato collaboratori di giustizia – entrava anche droga, lanciata con le fionde o, in occasione delle festività natalizie, con i droni. – continua sotto –
Sindaco: “Bari più libera grazie a magistratura e forze dell’ordine” – “Bari da oggi è una città più libera grazie al costante e proficuo lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine”. Dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, il plauso per il blitz antimafia. “Un colpo durissimo alla criminalità locale”, dice Decaro. “A loro, ad ogni singolo operatore di giustizia, va il mio più sentito ringraziamento come sindaco e come cittadino. La giustizia nella nostra città è questa”. Inquirenti e investigatori competenti – prosegue – professionisti di eccellenza, donne e uomini che svolgono onestamente il loro lavoro e che servono lealmente lo Stato nel rispetto dei valori costituzionali sui quali hanno giurato”. “Oggi Bari può guardare con più fiducia al futuro”, conclude il sindaco del capoluogo pugliese. IN ALTO IL VIDEO