Caserta, gara pilotata per ristrutturazione asilo infantile: 3 condanne

di Redazione

Con dispositivo di sentenza emesso dal giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stata disposta la condanna dei coniugi Giuseppe De Liso e Clementina Ferraiolo, rispettivamente di 43 e 40 anni, alla pena di un anno e sei mesi di reclusione e a mille euro di multa ciascuno, nonché la condanna di Maria Ficociello alla pena di un anno e sei mesi di reclusione a mille euro di multa, perché riconosciuti colpevoli di aver turbato il libero e regolare svolgimento della gara di appalto relativa alla ristrutturazione di un immobile ottocentesco di pregevole valore storico sito a Caserta, in località Tuoro, sede del locale asilo infantile. – continua sotto – 

Si tratta della gara pubblica bandita dalla “Fondazione San Giuseppe” di Tuoro, riferibile a Don Biagio Saiano, che si è conclusa in favore della Tp Company srl, esperta di fotovoltaici, con l’aggiudicazione provvisoria il 31 ottobre 2014 e l’affidamento definitivo in data 4 dicembre 2014 avente ad oggetto l’esecuzione dei relativi lavori per un importo di circa 1 milione e 400 mila euro, stanziati con finanziamento pubblico (Fesr/2013) dalla Regione Campania. – continua sotto – 

La Tp Company srl risulta rappresentata da Clementina Ferraiolo, ma solo fino al 25 settembre 2014, quando la stessa decide di cedere gratuitamente la totalità delle quote societarie al marito De Liso, il quale, a sua volta, dopo una decina di giorni, si dimette dalla carica di consigliere della stessa Fondazione “San Giuseppe” di cui faceva anch’egli parte, per poi presentare, come unico rappresentante della Tp Company srl, e nonostante l’evidente conflitto di interessi con la compagna, un’offerta con un progetto migliorativo a quello che lui ovviamente – essendo consigliere della Fondazione fino a 20 giorni prima – conosceva meglio degli altri aspiranti concorrenti, fino ad aggiudicarsi provvisoriamente, già in data 31 ottobre 2014, l’appalto per la ristrutturazione dell’immobile. – continua sotto – 

Il giudice ha accolto in toto le richieste formulate dal pubblico ministero dell’udienza, il quale, grazie agli elementi probatori evidenziati nel corso di complesse indagini a suo tempo delegate dalla Procura sammaritana alla compagnia della Guardia di Finanza di Caserta, ha dimostrato quella condotta fraudolenta e collusiva che si è tradotta nell’illecita influenza dell’andamento della gara da parte dei due imprenditori casertani De Lise e Ferraiolo e del presidente della commissione di gara, Maria Ficociello. I coniugi, in evidente conflitto di interesse perché, l’uno – Clementina Ferraiolo – appartenente alla stazione appaltante, e titolare, fino ad un mese prima dell’aggiudicazione, della società che diventerà aggiudicataria dell’appalto; l’altro, titolare della ditta aggiudicataria, anch’egli consigliere della stessa stazione appaltante – Fondazione “San Giuseppe”; con una serie di azioni repentine e circoscritte in un arco temporale ristretto, compreso tra l’indizione della gara, 15 settembre 2014, e l’aggiudicazione provvisoria, 31 ottobre 2014, grazie al determinante contributo fornito anche dal presidente della commissione di gara, Ficociello, nominata “ad hoc” per questo scopo, anch’essa condannata, hanno realizzato quell’accordo collusivo diretto a “pilotare” a loro favore l’esito della gara. – continua sotto – 

In questo modo per il giudice hanno alterato, senza dubbio, non solo la “par conditio creditorum” delle ditte concorrenti (non a caso la seconda aggiudicataria, Arco Edil, ha presentato ricorso al Tar, arrivando fino al Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso, dichiarando la illegittimità della suddetta gara per mancanza dei requisiti essenziali in capo alla Tp Company srl non acquisibili con lo strumento dell’avvilimento, di cui si era avvalsa), ma realizzando una vera e propria turbativa degli incanti, alterando il confronto delle offerte e la imparzialità dell’intera gara.

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