Cocaina nell’auto di chi lo bocciò: arrestato comandante Polizia Locale nel Milanese

di Redazione

E’ finito in arresto il comandante della Polizia Locale di Trezzano sul Naviglio (Milano), Salvatore Furci, il quale, insieme a un uomo identificato nell’albanese Mariglen Memushi, avrebbe nascosto, secondo gli investigatori, alcune dosi di cocaina, nel gennaio del 2020, all’interno della macchina di Lia Vismara, a capo della Municipale di Corbetta, altro comune in provincia del capoluogo lombardo. Quelli che sembrano intrecci da film, corrisponderebbero invece alla realtà. Una sorta di vendetta, quella di Furci nei confronti di Vismara, che intanto era finita sotto la lente d’ingrandimento delle indagini seppur in stato di libertà. – continua sotto – 

L’attuale comandante dei caschi bianchi di Trezzano era risultato vincitore nel 2018 del concorso per ricoprire la posizione di ufficiale nel corpo della Polizia Locale di Corbetta. Ma, in seguito anche al parere negativo espresso dalla Vismara, non aveva superato il periodo di prova e nel 2019 era tornato a rivestire la qualifica di agente interno dei “ghisa”. Avendo rilevato delle anomalie nel corso degli accertamenti preliminari sulla vicenda che vide coinvolta Vismara, gli agenti della Squadra Mobile di Milano, prendendo visione dei sistemi di videosorveglianza e acquisendo la telefonata al 112 con la quale era stata segnalata la presenza di stupefacenti all’interno della sua macchina, hanno ricostruito gli eventi di quella notte, accertando che Furci avrebbe direttamente, o tramite terzi, collocato della cocaina all’interno della vettura, veicolando poi le informazioni per indurre in errore i poliziotti. – continua sotto – 

Gli investigatori hanno poi identificato anche il suo complice, l’albanese Memushi, grazie a una perizia fonica con la quale è stato possibile determinare come lo straniero avesse camuffato la propria voce, che coincideva con quella di chi aveva effettuato la chiamata al 112, per segnalare la presenza della droga nell’auto della donna e sostenendo addirittura che la stessa lo avesse pagato con banconote false. I due, Furci e Memushi, sono ora finiti in carcere su richiesta del gip meneghino Anna Magelli, del procuratore aggiunto Alessandra Dolci, a capo della Direzione distrettuale antimafia, e del sostituto procuratore Gianluca Prisco.

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