Quattro persone, ritenute responsabili dell’omicidio del 61enne Maurizio Cerrato, custode del Parco archeologico di Pompei, assassinato lunedì sera a Torre Annunziata (Napoli), sono state fermate e portate in carcere dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, che hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. – continua sotto –
Il provvedimento è stato notificato nel corso della notte. Cerrato è stato ucciso in un’aggressione scattata dopo una lite per motivi di parcheggio in via IV Novembre. Stando a quanto finora emerso, la figlia di Cerrato aveva lasciato l’autovettura in uno spazio lungo la strada pubblica abitualmente utilizzato da una famiglia e “occupato” da una sedia che la ragazza spostava per parcheggiare. Al suo ritorno si era ritrovata uno pneumatico squarciato e da lì era sorta una prima discussione. Poco dopo, mentre insieme al padre stava sostituendo la ruota, nel piazzale del garage pochi metri più avanti, i due sarebbero stati raggiunti da cinque persone, tra cui quelle con cui c’era stata la lite in precedenza, e sarebbe avvenuta l’aggressione mortale. “Mio padre voleva difendere me”, aveva scritto la ragazza su Facebook. – continua sotto –
Dinanzi ad alcuni testimoni che, richiamati dalle urla, si erano affacciati dai palazzi della zona, l’omicida avrebbe prima colpito Cerrato con un compressore per ruote, poi estratto un coltello, colpendolo al torace e causandone la morte immediata. Sul posto è stato ritrovato solo il compressore. Le immagini del sistema di videosorveglianza e le testimonianze avrebbero permesso di ricostruire la dinamica dei fatti e individuare l’assassino: un pregiudicato vicino a un clan della zona fuggito dopo l’omicidio. – continua sotto –
“Ci tengo a precisare – aveva scritto sul social la figlia della vittima, Maria Adriana Cerrato – che non è corretto dire che mio padre è morto in una lite. A mio padre è stato fatto un agguato in piena regola, solo per difendere me, che ero la luce dei suoi occhi. Mio padre è stato pugnalato e con questa gente non aveva mai avuto a che fare”. La giovane aveva poi chiarito quanto accaduto, rilanciando alcune dichiarazioni a Fanpage: “Mi ha dovuto difendere perché mi è stato fatto un dispetto, mi è stata bucata una ruota dell’auto. E io ho reagito perché non trovavo giusta questa cosa. Hanno iniziato ad aggredirmi in un garage 10 metri più avanti, dove avevo fermato la macchina e mio padre mi aveva cambiato la ruota. Dopo sono arrivate due persone che hanno aggredito me e mio padre. Quando la situazione sembrava quasi essersi placata, uno dei due ha chiamato altre persone, gli hanno teso un agguato e l’hanno accoltellato davanti a me”.