Caserta – Un prestito di 15mila euro era lievitato fino a circa 200mila. Così un piccolo imprenditore operante nell’organizzazione di eventi e spettacoli, non riuscendo a restituire la somma con interessi fino al 2500%, ha dovuto subire intimidazioni e minacce di morte dal suo strozzino. Fino a quando ha deciso di rivolgersi ai finanzieri del comando provinciale di Caserta che, al termine di un’indagine durata poco più di un mese, hanno arrestato un 30enne del posto, L.P., accusato di usura ed estorsione. Su disposizione del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il presunto usuraio è stato condotto in carcere. – continua sotto –
Da quanto si apprende, nel novembre 2019, per fare fronte a impellenti necessità finanziarie legate alla sua attività economica e non avendo più la possibilità di rivolgersi agli ordinari canali bancari, l’imprenditore si era visto costretto a richiedere un prestito al 30enne, confidando di poter rimborsare in breve tempo il debito contratto (pari a complessivi 15mila euro, di cui 10mila a titolo di capitale e 5mila sotto forma di interessi, con un tasso iniziale del 600%), grazie agli introiti che gli sarebbero derivati da alcuni eventi già programmati per la prossima stagione. Tuttavia, anche a causa del lockdown conseguente allo scoppio dell’emergenza da Covid-19, l’imprenditore non era riuscito a restituire la somma originaria pattuita (che, nel frattempo, era repentinamente lievitata in ragione degli elevati tassi di interesse imposti dal patto illecito, fino a raggiungere un importo di 190mila euro), così da indurre L.P. a esercitare gravi azioni di natura estorsiva, culminate in aggressioni fisiche e in esplicite intimidazioni e minacce, persino di morte, nei confronti dell’imprenditore e della sua famiglia (“ti ammazzo”, “ti sequestro fino a quando non mi porti tutti i soldi”, “ti taglio la gola” “butto giù dal balcone prima a te e poi a tuo padre”). – continua sotto –
Intimorito e pressato da tale escalation di violenze, l’imprenditore si era visto costretto a consegnare una somma di denaro pari a circa 70mila euro, stentatamente raccolta presso parenti ed amici. Le successive attività investigative, sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche, audizioni di persone informate sui fatti, appostamenti e pedinamenti, hanno consentito di acquisire gravi indizi nei confronti di L.P., compresa la ricostruzione del prestito usurario (con applicazione di tassi d’interesse fino al 2500%), nel cui ambito era previsto anche un vero e proprio “piano di ammortamento” del debito in base al quale l’imprenditore avrebbe dovuto versare una rata mensile di 1.000 euro per 10 anni. – continua sotto –
“L’operazione – spiega la Procura di Santa Maria Capua Vetere in una nota a firma del procuratore Maria Antonietta Troncone – costituisce un’importante testimonianza del costante presidio esercitato dalle Istituzioni per contrastare il grave fenomeno dell’usura soprattutto a seguito dell’aggravarsi della crisi economica generata dall’emergenza sanitaria in corso, obiettivo peraltro cristallizzato in un apposito protocollo d’intesa sottoscritto da questa Procura insieme al comando provinciale della Guardia di Finanza di Caserta e alla Camera di Commercio di Caserta, proprio allo scopo di fornire adeguato supporto alle vittime e consentire il tempestivo avvio delle relative indagini da parte degli organi inquirenti”.