Il Covid porta via il giornalista e scrittore Pietro Nardiello, 48 anni, originario di Salerno. Dallo scorso 19 aprile era ricoverato al “Melorio” di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, diventato “Covid Hospital”. Non aveva tradito il suo animo da narratore nemmeno dal letto di ospedale, dove era assistito nella respirazione dal casco, documentando spesso la sua battaglia sui social. Lo scorso 27 aprile un suo post lasciava ben sperare: “Da oggi senza casco, con ossigeno e sulla poltrona”. Poi le sue condizioni si sono di nuovo aggravate, fino al decesso di giovedì 6 maggio. – continua sotto –
Autore di diversi libri, molti legati alla sua grande passione per il calcio e, in particolare, per la sua Salernitana. A cominciare da “Festival a casa del boss” (2012), dedicato al Festival dell’Impegno Civile nei beni confiscati alla camorra, il romanzo “Un Sogno Meraviglioso” nel 2014, seguito nello stesso anno da “Guidaci ancora Ago” (dedicato alla figura di Agostino Di Bartolomei), “Salernitana 19:19 Dalla D alla B alzando le coppe” (2016), “Il Grande Torino. Campioni per sempre” (2017), “Notti Magiche” (2018), un viaggio nel mondo del calcio con intervista esclusiva a José Altafini, e “Interrompo dal San Paolo” (2020) realizzato insieme ad altri colleghi. – continua sotto –
Nardiello aveva collaborato con diverse testate locali e nazionali, tra cui Articolo 21, la Città di Salerno e Repubblica Napoli. Nel 2010 si era aggiudicato il premio giornalistico “Paolo Giuntella” con l’antologia “Strozzateci tutti”. Nel 2012, nell’ambito del “Premio Nazionale Città di Pomigliano d’Arco”, aveva ricevuto “Il premio alla carriera, per meriti culturali e sociali come proficuo insegnamento per le generazioni future”. Curava anche la trasmissione radiofonica “Tre Parole Fuori dal Vulcano”, in onda su Radio Rai, ed aveva collaborato in passato con il Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’organizzazione di eventi.