I carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno ispezionato l’abitazione a Mazara del Vallo che fu in uso ad Anna Corona, l’ex moglie di Pietro Pulizzi, padre biologico di Denise Pipitone. La donna è la madre di Jessica Pulizzi, processata e assolta per il rapimento della sorellastra Denise. Nei giorni scorsi i magistrati hanno riaperto il caso Pipitone, alcuni testimoni hanno parlato di una “botola” in quella casa. Fonti investigative smentiscono che siano in atto ricerche del corpo di Denise. – continua sotto –
L’appartamento, che i militari hanno passato al setaccio dalle 12.30, è disabitato da circa un anno. “I proprietari della casa sono in Svizzera, io ho solo portato le chiavi della palazzina ai carabinieri che me le hanno chieste” ha detto la custode della palazzina. La donna ha anche riferito che recente non sarebbero stati fatti dei lavori di ristrutturazione nella palazzina “solo piccoli lavori”. – continua sotto –
Secondo quanto si apprende, gli inquirenti cercano di capire se sono stati fatti dei lavori edili in quell’abitazione di via Pirandello. Secondo una fonte anonima i lavori sarebbero stati eseguiti dopo la sparizione della piccola. Nell’appartamento, che da anni non rientra più nella disponibilità della Corona, ed è stata acquistata da una famiglia che vive all’estero, sarebbero stati realizzati lavori in muratura sospetti. L’obiettivo è anche riscontrare l’esistenza di una botola che porterebbe a uno scantinato nell’appartamento in questione, che non sarebbe mai stata ispezionata secondo quanto riferito da alcuni media. – continua sotto –
E’ solo uno degli ultimi sviluppi hanno riacceso i riflettori sulla scomparsa di Denise: dall’appello sulla tv russa di Olesya Rostova, rapita da bambina e somigliante a Piera Maggio (mamma di Denise), poi rivelatosi un flop, fino alle dichiarazioni choc dell’ex pm Maria Angioni: “Abbiamo avuto grossi problemi. Abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo”. Angioni ha detto al programma “Ore 14” su Rai 2: “A un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso da capo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile”. La Angioni è stata ascoltata nei giorni scorsi come persona informata sui fatti per capire se ci siano stati depistaggi o errori nell’inchiesta. – continua sotto –
La scomparsa di Denise – E’ l’1 settembre 2004, quando la piccola Denise Pipitone scompare a soli quattro anni mentre si trova davanti a casa della nonna, intenta ai fornelli. Sono da poco passate le 12 e Denise rincorre un cuginetto, fa pochi metri, imbocca una traversa e sparisce nel nulla. Le ricerche partono immediatamente. Piera Maggio indirizza subito le indagini sulla pista della vendetta familiare: Denise non è figlia di Toni Pipitone (marito di Piera Maggio) ma di Piero Pulizzi, sposato con Anna Corona, con cui ha altre due figlie. Dopo lunghe indagini la posizione della Corona viene archiviata, anche perché ha un alibi (era al lavoro al momento della scomparsa di Denise), mentre Jessica Pulizzi viene accusata del rapimento, rinviata a giudizio e sempre assolta. – continua sotto –
L’avvistamento a Milano di “Danaa” – Parallelamente al fronte processuale si susseguono gli avvistamenti, in Italia e non solo, e ad ogni segnalazione si riaccende la speranza di trovare Denise. Il più importante avvistamento il 18 ottobre 2004 a Milano, quando la guardia giurata Felice Grieco nota una bambina straordinariamente somigliante alla piccola Denise e cerca di avvicinarla. Ma una donna, forse una rom, la chiama: “Danaa” e la porta via. Prima di allontanarsi la bimba chiede “Dove mi porti?”. Quelle immagini e quella voce con un’inflessione meridionale, analizzati più e più volte fanno ritenere che si tratti proprio di Denise. Seguono anni di appelli e ricerche nei campi rom di tutta Italia, ma senza esito. Nessuno, come ha più volte ribadito Piera Maggio, ritiene che la piccola sia stata portata via dai rom. Secondo la mamma di Denise la bimba sarebbe stata prelevata da qualcuno sotto casa e poi consegnata ad altre persone. Ed è per questo che la Maggio ha lanciato negli anni ripetuti appelli perché “chi sa parli”. – continua sotto –
L’assoluzione della sorellastra – Ad aprile 2017 la Corte di Cassazione ha assolto in via definitiva Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, accusata del sequestro della bambina. I due processi precedenti a suo carico si erano già conclusi con una assoluzione. Secondo il Pg non c’erano elementi per dimostrare “che nei 15 minuti indicati come orario del possibile rapimento Jessica lo abbia compiuto”. Il 27 giugno 2014, il Tribunale di Marsala ha assolto Jessica Pulizzi dall’accusa di concorso nel sequestro della piccola Denise Pipitone, per mancanza di prove e per non aver commesso il fatto. La Corte d’Appello di Palermo, in data 12 ottobre 2015, ha confermato l’assoluzione. Erano stati chiesti 15 anni di reclusione. Il 19 aprile 2017 la definitiva assoluzione dall’accusa di aver rapito la sorellastra.