Operazione antidroga in provincia di Palermo. Decine di arresti sono in corso da parte della polizia nei confronti di indagati che, partendo da Partinico, spacciavano cocaina alle vicine città di Balestrate, Trappeto, Camporeale e San Cipirello, giungendo fino al Trapanese: Alcamo, Castellammare del Golfo, Santa Ninfa, Gibellina e Mazara del Vallo. – continua sotto –
Secondo gli investigatori gli indagati avevano una clientela “numerosissima”, “fidelizzata” e “acquisita e nel tempo”, oltre che un “rilevante volume di affari”. Tra le caratteristiche principali anche la pluralità dei canali di approvvigionamento della droga. Le misure cautelari sono 30: 11 indagati sono finiti in carcere e 15 ai domiciliari, mentre per altri quattro è scattato l’obbligo di firma. I reati contestati sono di spaccio di droga, tentata estorsione, rapina e furto. – continua sotto –
Le indagini, condotte dal commissariato di Partinico sotto la guida del procuratore aggiunto di Palermo Ennio Petrigni e dei sostituti Giorgia Spiri ed Enrico Bologna, hanno messo insieme 270 episodio di spaccio, con intercettazioni verso 31 utenze. Le telefonate ascoltate sono state complessivamente 179.641. “Gli arrestati sono riusciti a gestire numerosissimi ‘collaboratori’ che, per brevi lassi di tempo, hanno contribuito al confezionamento, alla conservazione ed alla cessione della droga”, spiegano dalla questura. – continua sotto –
Un sessantina, complessivamente, gli indagati ai quali vengono contestati 270 episodi di spaccio, sulla scorta di quasi 180mila telefonate intercettate (31 complessivamente le utenze sottoposte a controllo). Non viene contestato il reato di associazione a delinquere, perché il meccanismo messo in piedi per lo spaccio sarebbe del tutto diverso da quello riscontrato in altre indagini. – continua sotto –
L’indagine è nata nel gennaio del 2019 dopo la richiesta di aiuto di una madre, che nel 2019 si è rivolta al commissariato di Partinico non sapendo più come gestire la tossicodipendenza del figlio. E’ così che i poliziotti hanno iniziato a lavorare fino ad individuare una vasta rete di spacciatori che si muoveva non solo in provincia di Palermo, ma anche a Mazara del Vallo. Una delle figure centrali dell’inchiesta “Mirò” è un nonno che non avrebbe esitato a spacciare cocaina portandosi dietro la nipotina che oggi ha 11 anni, le avrebbe persino fatto contare i soldi ricavati dallo smercio di droga. Come ha ricostruito la Procura, il nonno non avrebbe esitato a smerciare droga neppure quando avrebbe accompagnato la nipotina a scuola o in piscina. Anzi, da un’intercettazione emergerebbe che la piccola avrebbe anche dovuto contare il denaro racimolato dall’indagato con lo spaccio. La bambina, nonostante l’età, sarebbe stata consapevole che ci fosse qualcosa di poco trasparente, tanto che – come è stato registrato dalle microspie – in un’altra conversazione diceva al nonno che alla fine loro stavano facendo la stessa cosa che aveva visto in un film qualche giorno prima in televisione, in cui persone venivano imbottite di droga e la trasportavano in vari Paesi. IN ALTO IL VIDEO