Impianto solare dell’ospedale mai utilizzato: danno erariale per 2 milioni nel Cosentino

di Redazione

 I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro hanno scoperto un impianto solare inservibile che avrebbe dovuto produrre energia elettrica per l’ospedale di Cetraro (Cosenza) ma mai entrato in funzione. L’attività delle Fiamme gialle ha fatto scattare la segnalazione alla Corte dei conti per tre responsabili dell’opera, con una contestazione di danno erariale per circa 2 milioni di euro. – continua sotto – 

La scoperta avviene a poche settimane da un’altra operazione analoga, Solleone, nel corso della quale era stato scoperto un altro impianto solare inutilizzato a servizio dell’ospedale di Tropea (Vibo Valentia). L’attività è stata disposta dalla Procura regionale della Corte dei conti per la Calabria guidata dal procuratore regionale Maria Rachele Anita Aronica. I soggetti coinvolti nell’operazione di oggi sono due dirigenti dell’Asp di Cosenza e il direttore dei lavori. Nel 2011 l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza aveva richiesto e ottenuto finanziamenti comunitari per la realizzazione di un impianto termodinamico a concentrazione solare che avrebbe dovuto produrre energia termica ed elettrica per il presidio ospedaliero di Cetraro. – continua sotto – 

Inizialmente, il progetto prevedeva l’installazione dell’opera sul tetto dell’edificio. In fase realizzativa, tuttavia, venne disposta una variante progettuale con la quale veniva stabilito che le parabole avrebbero dovuto essere posizionate a terra, su un terreno di circa 3mila metri quadrati di proprietà dell’Asp e adiacente all’ospedale. Per tale operazione, tuttavia, sarebbe stato necessario ottenere le prescritte autorizzazioni edilizie, paesaggistiche e sismiche, che non risultano mai essere state richieste. – continua sotto – 

Anche per tale motivo già nel 2017 il gip del Tribunale di Paola aveva disposto il sequestro preventivo dell’impianto e, poco tempo dopo, anche il Comune di Cetraro aveva emesso un’ordinanza di distruzione del manufatto, che di fatto costituiva un abuso edilizio su terreno pubblico. Contro tale ordinanza, l’Asp di Cosenza aveva presentato ricorso al Tar della Calabria, vedendo però respinte le proprie richieste. A tutt’oggi, l’impianto non è stato ancora demolito e versa in stato di totale abbandono, senza essere mai entrato in funzione.

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