I finanzieri del comando provinciale Torino hanno sequestrato migliaia di articoli i cui materiali derivano da specie protette dalla normativa che tutela la flora e la fauna in via di estinzione (legislazione Cites). In particolare, i “baschi verdi” del Gruppo Pronto Impiego del capoluogo piemontese, a seguito di una mirata attività di polizia economico-finanziaria, hanno individuato un esercizio commerciale situato nella zona sud di Torino in cui sono stati rinvenuti oltre 10mila tra pietre dure preziose e semi-preziose, rami di madrepora e monili in corallo rosso, sottoposti al peculiare regime di salvaguardia internazionale e risultati sprovvisti dei prescritti certificati di importazione. – continua sotto –
Al riguardo, infatti, la Convenzione di Washington – Convention on International Trade of Endangered Species, identificata con l’acronimo Cites, che ha come principale obiettivo quello di contrastare il commercio illegale delle specie protette, al fine di scongiurare il pericolo della loro estinzione, stabilisce che è possibile importare animali e piante, loro parti e prodotti derivati inclusi nella citata Convenzione solo se autorizzati dagli Enti pubblici preposti. I beni cautelati, la cui reale provenienza è in fase di accertamento, se fossero stati commercializzati avrebbero generato un illecito guadagno di circa 1 milione di euro. Gli stessi, pertanto, sono stati sottoposti a sequestro e l’imprenditore è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per il reato di importazione illecita di parti di specie protette. – continua sotto –
Nel corso delle operazioni sono stati, tra l’altro, sequestrati circa 600mila oggetti risultati carenti dei requisiti prescritti dalle norme riguardanti la sicurezza prodotti. Si tratta di articoli di bigiotteria e accessori per abbigliamento che venivano posti in vendita privi di alcuna indicazione circa la denominazione legale o merceologica, i dati dell’importatore, la presenza di materiali o sostanze pericolose, con evidenti rischi per l’incolumità, per cui si è proceduto alla denuncia del titolare dell’esercizio commerciale alla competente Autorità giudiziaria per frode in commercio nonché alla segnalazione alla locale Camera di Commercio per la successiva irrogazione della relativa sanzione amministrativa. IN ALTO IL VIDEO