Viterbo, docente universitario svolgeva doppio lavoro non autorizzato: danno da 1 milione

di Redazione

Svolgeva da tempo un “doppio lavoro” senza la prevista autorizzazione. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Viterbo, hanno consentito di ricostruire i compensi percepiti da un professore universitario, residente nel Viterbese, che nel periodo dal 2010 al 2016 ha percepito compensi non spettanti per circa 1 milione di euro aggirando la normativa sul pubblico impiego. – continua sotto – 

Il docente, in violazione di quanto previsto dalla cosiddetta “Riforma Gelmini”, ha eseguito attività libero professionali a favore di imprese e soggetti pubblici senza la prevista autorizzazione del proprio Ateneo al quale era legato da un rapporto di “esclusiva”. Al fine di garantire l’applicazione del principio costituzionale del buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione, il decreto legislativo numero 165 del 30 marzo 2001 impone ai dipendenti pubblici, in generale, l’obbligo di ottenere la preventiva autorizzazione dalla propria amministrazione di appartenenza per svolgere incarichi extraprofessionali rispetto alle mansioni per cui sono stati assunti. Ciò consente alla pubblica amministrazione di valutare da un lato l’eventuale sussistenza di motivi d’incompatibilità e dall’altro l’assenza di possibili cause di compromissione delle energie psico-fisiche necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa primaria. – continua sotto – 

Per il dipendente infedele inizierà un procedimento disciplinare e l’iter per il recupero di tutti i compensi relativi agli incarichi extra istituzionali non autorizzati. Al termine delle investigazioni è stato notificato al docente un “invito a dedurre”, emesso dalla Procura Regionale per il Lazio della Corte dei Conti, con il quale gli è stato contestato un danno erariale per circa 1 milione di euro, di cui 697.558 ricondotti ad emolumenti per attività assolutamente incompatibili con lo status di dipendente pubblico e 241.770 derivanti dal ricalcolo della retribuzione concessa, quale pubblico dipendente a tempo definito, anziché a tempo pieno. IN ALTO IL VIDEO

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