Gricignano (Caserta) – Ambyenta Campania, la società che intende realizzare il biodigestore a Gricignano, “messa per ora alle corde dalle richieste di integrazione progettuale e chiarimenti da parte dei Comuni e delle associazioni ambientaliste”. Lo sostengono, in una nota congiunta, i sindaci e assessori all’Ambiente di Gricignano (rispettivamente Vincenzo Santagata e Anna Michelina Caiazzo) e dei comuni limitrofi di Carinaro (Nicola Affinito–Serena Marino), Teverola (Tommaso Barbato–Alfonso Fattore) e Marcianise (Antonello Velardi–Giuseppe Riccio). – continua sotto –
“Mentre a livello nazionale si decidono le sorti nel Pnrr, dove una forte riduzione nell’ultima stesura dei fondi destinati al biometano sembrerebbe si sia effettivamente registrata unitamente a uno spostamento, più che giusto, di tali impianti al di fuori del perimetro delle fonti rinnovabili, con l’arrivo della primavera portiamo a casa due importanti risultati”, esordiscono i rappresentanti dei comuni, sottolineando, in primis, che “il Governo Draghi ha dovuto considerare che gli impianti a biomassa come i digestori anaerobici non sempre (o quasi mai) possono essere considerati impianti a fonte rinnovabile necessitando di ingenti quantitativi di acqua e metano fossile ed essendo finalizzati alla produzione di CO2 e non alla sua riduzione”. Nel frattempo, continua la nota, “Ambyenta Campania sembrerebbe per ora messo alle corde dalle richieste di integrazione progettuale, di chiarimenti e documenti formalmente inoltrate nei tempi dai molteplici Enti locali, Associazioni ambientaliste ed altri stakeholder e solo in minima parte fornite nei tempi, in parte fornite fuori tempo massimo e in gran parte del tutto inevase ad oggi”. – continua sotto –
Fondamentale si è rivelata la sinergia e la cooperazione tra i quattro comuni che si sono dotati di un pool di esperti composto da tre professionisti ognuno per un profilo ben preciso e mirato: l’ingegner Francesco Girardi, per quello che riguarda l’aspetto Ingegneristico-ambientale, il professor architetto Alberto Coppola, per la parte urbanistica, e l’avvocato Fabrizio Perla, per quel che concerne il profilo più prettamente giuridico-amministrativo. Una scelta ponderata e condivisa, a cui le amministrazioni comunali sono arrivate dopo una serie di incontri ad hoc. Ora gli Enti locali vogliono “risposte chiare e concrete dalla Regione Campania”, organo deputato a concedere le autorizzazioni ambientali, affinché quest’ultima “possa finalmente ergersi ad arbitro imparziale”. – continua sotto –
Alla Regione vengono avanzate le seguenti richieste: “Avviare le procedure interne agli uffici per la stesura di un regolamento anche sperimentale, per la conduzione delle inchieste pubbliche essendo la Regione Campania, per questa carenza, inadempiente a semplici e anche minimi obblighi di trasparenza nel coinvolgimento delle popolazioni alle scelte autorizzatorie anche in caso di progetti ad elevato o elevatissimo impatto ambientale, economico, logistico e sociale. Valutare, a bocce ferme, e con la dovuta e auspicata serenità e oggettività, le richieste arrivate dai tanti Enti, tra cui quelle di Arpa Campania, dei Comuni di Gricignano, Marcianise, Carinaro e Teverola nonché i diversi dinieghi al progetto così come formulato anche da parte dei Vigili del Fuoco a cui, fuori ogni tempo massimo, la ditta sembrerebbe aver risposto con una modifica più che sostanziale dell’impianto antincendio, troppo inadeguato in partenza rispetto ai rischi di incidenti per incendio ed esplosione paventabili. Garantire installazioni piccole e diffuse e auspicabilmente pubbliche che producano fino al doppio dei posti di lavoro per tonnellata trattata rispetto ai trattamenti anaerobici, impianti aerobici che costano fino a 1/5 rispetto a quelli anerobici e che producano risparmi sulla Tari per i cittadini dei nostri comuni”. – continua sotto –
Tra queste richieste di chiarimento e modifiche progettuali vi sono anche “un piano di evacuazione formulato molto opportunamente dal Comune di Carinaro, evacuazione delle popolazioni limitrofe nonché degli operai degli stabilimenti limitrofi al sito di installazione in caso di deflagrazione del gasometro in occasione di eventi calamitosi (sisma, incidente ferroviario essendo l’area a meno di 20 metri dai binari ferroviari o eventi alluvionali legati alla prospicienza dei Regi Lagni essendo l’area erigenda in un corridoio ecologico attualmente completamente permeabile, eccetera)”. Rappresentanti istituzionali e delle associazioni auspicano, dunque, che Ambyenta Campania si ravveda, “rinunciando all’occupazione e al consumo di suolo vergine di un’area a vocazione agricola e naturalistica, destinata a sottoservizi minimali dell’area industriale prospiciente, insomma, proponendo un progetto davvero sostenibile e resiliente, un progetto per Terra di Lavoro non per Terra dei Fuochi”; e che “il progetto venga formalmente archiviato da parte dell’Ente Regionale essendoci con tutta probabilità, tutti i termini per farlo”.