“Ci auguriamo che le vicende degli ultimi giorni convincano tutti della necessità di porre fine al caos comunicativo e informativo sui vaccini. È indispensabile parlare con una voce sola. Cessino le comunicazioni quotidiane del commissario Covid, che va ricondotto a una silenziosa funzione tecnico-logistica. Cessino le esternazioni di esponenti di diversi organismi nazionali. Si affidi la comunicazione medico scientifica al solo ministero della Salute, nella persona del Direttore generale della prevenzione, così come avvenuto per la nostra richiesta di chiarimenti. E così come avviene in ogni paese civile”. Così, in una nota, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in merito alla lettera che il ministero della Salute, a firma del direttore generale Giovanni Rezza, ha inoltrato a lui ed all’Unità di crisi regionale avente ad oggetto: “Attuali indicazioni inerenti alla campagna vaccinale Covid19 con Vaxzevria ed altri vaccini. Chiarimenti”. – continua sotto –
De Luca sostiene che, nel merito della risposta ministeriale, è possibile osservare: “Non è detto in modo esplicito cosa si fa in caso di terza dose per chi ha ricevuto due vaccini diversi; lo studio inglese richiamato è relativo a una platea estremamente ridotta per la fascia di età sotto i 50 anni, ed è pertanto non definitivo, sulla base dei dati a oggi disponibili”. Nella missiva Rezza evidenzia come “i dati attualmente disponibili, derivanti in particolare da 2 studi clinici condotti rispettivamente in Spagna e in Inghilterra e citati nella Vs. nota, forniscono informazioni rassicuranti in merito all’efficacia (in termini di buona risposta anticorpale) e alla sicurezza (in termini di accettabilità degli effetti collaterali) sul completamento del ciclo vaccinale, con un vaccino a mRNA, nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria (ciclo vaccinale misto)”. E ancora: “In particolare, nello studio inglese, l’aumento della reattogenicità sistemica dopo la dose boost riportata dai partecipanti ai programmi vaccinali eterologhi rispetto ai programmi vaccinali omologhi, si riferisce ad una maggiore frequenza in termini di effetti collaterali locali e sistemici di grado lieve/moderato e con nessuna ospedalizzazione, che risulta nel complesso accettabile e gestibile. Inoltre, da diverso tempo in Germania, Francia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Canada e più recentemente in Spagna, si sta già utilizzando tale approccio e ad oggi non sono emersi segnali di allarme di vaccino-vigilanza”. – continua sotto –
De Luca, quindi, dopo aver preso atto “del pronunciamento e della conseguente assunzione di responsabilità, del ministero della Salute”, annuncia che la campagna vaccinale in Campania si svolgerà nel seguente modo: ai nuovi vaccinati non sarà somministrato Astrazeneca al di sotto dei 60 anni; rispetto al vaccino Johnson and Johnson la posizione del ministero non è definita in modo chiaro e vincolante. Pertanto tale vaccino non sarà somministrato sotto i 60 anni; prosegue la vaccinazione di massa con Pfizer e Moderna. E ancora, per chi “ha fatto la prima dose di Astrazeneca si dovrà somministrare la seconda dose Astrazeneca solo sopra i 60 anni; sotto i 60 anni si dovrà fare il richiamo solo con vaccini Pfizer o Moderna”. In definitiva, conclude il governatore, “dovendo vaccinare la popolazione più giovane d’Italia, la Campania richiede per l’ennesima volta, e sollecita, la fornitura aggiuntiva di vaccini Pfizer e Moderna, anche in relazione alla popolazione studentesca da vaccinare. Su questa base, ci si dovrà impegnare a completare quanto prima possibile la campagna di vaccinazione e immunizzazione di tutta la nostra popolazione, anche a fronte del diffondersi di nuove varianti Covid”