Dichiarazioni dei pentiti non ritenute affidabili e lacune probatorie. Questo si evince dalle motivazioni della sentenza, pubblicate oggi, della Corte di Appello di Napoli che, lo scorso febbraio, aveva assolto Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno (Caserta) ed ex consigliere regionale dall’accusa di concorso esterno in associazione camorristica, corruzione, voto di scambio e ricettazione. – continua sotto –
Condannato in primo grado a dieci anni di reclusione, Fabozzi, secondo l’ipotesi accusatoria, aveva agevolato la fazione Bidognetti del clan dei casalesi nell’assegnazione di appalti, ricevendo in cambio appoggio elettorale e vantaggi per una società immobiliare di cui era socio. Accuse crollate insieme alle ricostruzioni fornite dai collaboratori di giustizia, tra cui Nicola Schiavone, il figlio del boss Francesco “Sandokan” Schiavone, e Antonio Iovine, alias “O Ninno”. Difeso dall’avvocato Mario Griffo, Fabozzi è stato assolto perché “il fatto non sussiste” dopo un calvario giudiziario durato dieci anni.