Teverola (Caserta) – Momenti di tensione nella tarda serata di lunedì con un uomo che si è barricato in casa per poco meno di due ore, al confine tra Teverola e Aversa, tenendo in scacco le forze dell’ordine che tentavano di farlo rinsavire e tornare sui propri passi. Con lui la convivente che, in un primo momento si ipotizzava fosse stata vittima di maltrattamenti considerato che tutto ha avuto origine da un allarme per una lite in famiglia. Sono state necessarie lunghe trattative per convincere l’uomo ad aprire la porta di ingresso dell’abitazione per consentire ai carabinieri di entrare e accertare quanto era avvenuto. – continua sotto –
Questa la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri della compagnia di Aversa che, agli ordini del capitano Stefano Russo, si sono recati sul posto nel tentativo di risolvere una vicenda che sarebbe potuto evolvere in senso negativo. Il timore era che l’uomo, in evidente stato di alterazione, avrebbe potuto fare del male alla convivente. Erano le 21.30 circa quando i militari, allertati da alcuni vicini che si erano allarmati per il trambusto proveniente da un’abitazione, sono intervenuti a Teverola. In casa erano presenti un 36enne del posto e la propria compagna di origini sudamericane. L’uomo si rifiutava di aprire la porta e far entrare i carabinieri per la verifica della situazione. Da qui il coinvolgimento dei Vigili del fuoco del vicino distaccamento nel caso in cui fosse stato necessario aprire la porta forzandola. – continua sotto –
Dopo due ore di trattative e vari tentativi, alle 23.15, i carabinieri riuscivano finalmente ad accedere all’interno dell’abitazione senza ulteriori conseguenze per la donna presente nell’abitazione. Una volta dentro, i militari accertavano che l’uomo non aveva maltrattato la donna, costringendola solo a rimanere all’interno insieme a lui dopo l’ennesima lite dovuta, forse, a motivi sentimentali. I carabinieri hanno trasferito entrambi in caserma per gli accertamenti del caso che hanno portato alla denuncia dell’uomo a piede libero con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per non aver aperto la porta nell’immediatezza della richiesta avanzata dai carabinieri. – continua sotto –
Ulteriori accertamenti sono in corso da parte dei militari della compagnia aversana per verificare se nel passato la donna possa essere stata oggetto di maltrattamenti da parte del convivente. Accertamenti necessari in casi come questo per fare in modo che non si incappi, come avvenuto spesso nel recente passato e come la cronaca insegna, in casi di violenza domestica che sfociano, poi, in femminicidi.