Aversa (Caserta) – Continua lo stillicidio di decisioni dei magistrati del Tribunale di Napoli Nord in merito al pagamento dei canoni idrici arretrati. Ed è un’altra tegola per il Comune di Aversa e, soprattutto per le sue, quasi vuote, casse. Ancora una volta, per la quinta, i giudici del tribunale aversano non hanno riconosciuto la prescrizione dei canoni idrici (segno che ci sono stati atti interruttivi da parte delle amministrazioni precedenti). Hanno, però, riconosciuto il malfunzionamento del contatore e annullato le relative fatture, ritenendo che dovrebbe essere il comune normanno a provare la regolarità, il buon funzionamento dello stesso contatore. – continua sotto –
In verità, in almeno altri due casi, la magistratura di Napoli Nord aveva deciso in maniera diversa. Ma cinque sono, invece, sino ad oggi, i provvedimenti favorevoli per un totale complessivo di oltre centomila euro. Una situazione che mette in difficoltà le casse comunali. «Non nascondo la mia soddisfazione per il pregevole risultato ottenuto, – ha dichiarato Fabio Roselli, legale dei cinque condomini che sino ad oggi si sono visti annullare le fatture relative ai canoni idrici – ma bisogna comunque tener conto che si tratta di una pronuncia di primo grado che, con elevata probabilità, sarà messa in discussione dal Comune». Roselli entra, poi, nel merito della gestione del servizio: «L’esperienza sin qui raggiunta sull’argomento e l’esame dei documenti di volta in volta prodotti in giudizio dalla difesa comunale, a prescindere da quello che sarà l’esito definitivo della contesa giudiziale, hanno certificato che il servizio è stato nel corso degli anni addietro gestito non in maniera ottimale dal Comune sia sotto il profilo della riscossione dei canoni sia sotto il profilo della corretta manutenzione dei singoli impianti. Da cittadino aversano, lasciando per un attimo da parte i doveri connessi all’ufficio difensivo, non posso che auspicare per il futuro una maggiore accortezza nella gestione da parte dell’amministrazione comunale». – continua sotto –
«È molto simile ad una precedente ordinanza – ha dichiarato, da parte sua, il sindaco di Aversa Alfonso Golia, che del recupero delle entrate comunali pregresse ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia – per la quale abbiamo proposto già appello e anche per questa, naturalmente, lo faremo. La giustizia farà il suo corso, con i suoi gradi di giudizio, noi certamente continuiamo a portare avanti le doverose azioni di recupero del pregresso e di normalizzazione del presente». «Siamo determinati – ha continuato il primo cittadino normanno – al risanamento delle casse dell’ente, abbiamo avviato un percorso virtuoso di normalità per garantire servizi dignitosi alla nostra comunità, sono molto fiducioso in quanto ormai è cristallizzato il dato della non prescrizione e le ordinanze che ci vedono soccombere si fondano su un principio teorico di cattivo funzionamento del contatore eccepito solo dalla controparte. In fase di appello dimostreremo il buon funzionamento dei contatori e, di conseguenza, la correttezza del nostro agire». – continua sotto –
In relazione alla sussistenza della possibilità di riscuotere ancora le entrate comunali pregresse (di cui i canoni idrici dovrebbero rappresentare circa 2 milioni di euro, così come i crediti relativi al mercato ortofrutticolo che sono dovuti da una parte degli operatori della struttura di viale Europa chiusa, oramai, dall’ottobre del 2019), tantissime sono le polemiche tanto che è stato questo dell’esigibilità dei crediti la causa principale delle divisioni che si sono verificate in Consiglio comunale tanto da giungere ad un cambiamento della maggioranza che era uscita dalle urne nell’estate del 2019.