Aveva una relazione extraconiugale con la moglie di un detenuto. Così il clan Abbinante decideva di punirlo con la morte. La sua uccisione era già stata pianificata e la fossa già scavata nelle campagne di Marano di Napoli. Ma gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti a sventare l’omicidio con il fermo, avvenuto nei giorni scorsi, di cinque persone legate all’organizzazione camorristica attiva nella zona di Scampia. Si tratta di capoclan Antonio Abbinante, del figlio Raffaele, Antonio Esposito, Paolo Ciprio e Salvatore Morriale, tutti condotti in carcere dopo la convalida del giudice per le indagini preliminari. – continua sotto –
I primi quattro devono rispondere anche di associazione mafiosa, mentre per Monriale è stata al momento esclusa l’ipotesi di partecipazione alle attività proprie dell’organizzazione camorristica. I cinque avrebbero organizzato l’omicidio in ogni minimo dettaglio: secondo il piano la vittima andava attratta con l’inganno in una zona situata nelle campagne tra Marano e Arzano, in provincia di Napoli, luogo dove era stata già scavata una fossa nella quale l’uomo, dopo essere stato ucciso, doveva essere seppellito perché nessuno potesse mai più ritrovare il suo corpo. – continua sotto –
La sua colpa era quella di essersi opposto al codice di comportamento della camorra, che senza dubbio vieta a una persona interna a contesti mafiosi di intrattenere relazioni con mogli di affiliati, detenuti o meno. Una regola disattesa in modo molto grave, una colpa che andava espiata con la morte. Il progetto di uccidere l’uomo sarebbe stato portato a compito se non fosse intervenisse il fermo, eseguito la scorsa settimana dagli uomini della squadra mobile di Napoli. In un video, infatti, si vedono gli esponenti del clan Abbinante usare una pala per scavare la fosse dove seppellire la vittima e ricoprirla in modo da poterla usare subito dopo l’omicidio per occultare il cadavere. L’uomo da uccidere era stato già convocato nelle campagne con una scusa, ma l’appuntamento non è mai avvenuto. Il gip di Napoli, pur non avendo convalidato il fermo, ha ritenuto di accogliere la richiesta di misura cautelare nei confronti dei cinque indagati. IN ALTO IL VIDEO