Su delega della Procura di Trani, i finanzieri della Tenenza di Molfetta e dei reparti del Gruppo Barletta, coadiuvati dal comando provinciale di Bari, hanno tratto in arresto, nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, 16 persone, di cui 10 finite in carcere e 6 ai domiciliari. Tra queste figurano l’ex assessore ai Lavori pubblici, una consigliera comunale (nel frattempo dimessasi dalla carica) e un funzionario del Comune di Molfetta nonché diversi imprenditori, indagati per molteplici ipotesi di corruzione oltre ad altre tipologie di reato. Indagato a piede libero il sindaco Tommaso Minervini: l’ipotesi di reato è quella di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Complessivamente gli indagati sono 41, dei quali 34 sono persone fisiche e 7 società. – continua sotto –
Il provvedimento, emesso dal gip di Trani, costituisce l’epilogo di una complessa indagine di polizia giudiziaria, effettuata dalla Guardia di Finanza di Molfetta attraverso l’esecuzione di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche ed ambientali. L’inchiesta ha messo in luce un sistema basato su accordi corruttivi tramite i quali svariati appalti pubblici del Comune di Molfetta venivano affidati da pubblici ufficiali “compiacenti”, ad una cerchia ristretta di imprenditori, in cambio di denaro e altre utilità (smartphone, computer e lavori privati). – continua sotto –
Numerosi gli appalti finiti sotto la lente degli investigatori: i lavori di riqualificazione delle strade (asfalti e basolati) e delle piazze “Immacolata” e Aldo Moro”, la messa in sicurezza delle ciminiere dell’ex cementificio, la progettazione del nuovo teatro comunale, la ricostruzione della scuola per l’infanzia “Gianni Rodari”, i lavori di riqualificazione della biblioteca comunale e della “Cittadella degli Artisti”, la realizzazione del nuovo stadio di atletica leggera. La sistematicità delle condotte delittuose è emersa anche dalle modalità relative al pagamento delle “tangenti”, documentate con operazioni di intercettazioni ambientali audio-video: l’imprenditore di turno, una volta salito a bordo dell’autovettura del funzionario arrestato, senza proferire parola, lasciava la busta con i soldi all’interno del vano portaoggetti o nelle mani del medesimo. Singolare il fatto che le condotte siano state poste in essere anche durante il primo lockdown nazionale. – continua sotto –
Gli elementi investigativi raccolti hanno consentito di acquisire forti elementi probatori, sulla base dei quali sono state iscritte, nel registro degli indagati, complessivamente, trentaquattro persone fisiche. Inoltre, è stato possibile iscrivere anche sette persone giuridiche, affidatarie degli appalti, in quanto prive di un modello di organizzazione idoneo a prevenire la commissione di reati. IN ALTO IL VIDEO