“No al Biodigestore” a Gricignano: protesta davanti alla Progest

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – La lotta per il “No al Biodigestore” a Gricignano non si ferma. Il comitato civico e le associazioni locali, nel primo pomeriggio di giovedì 1 luglio, sfidando anche il caldo torrido, hanno fatto tappa nella zona industriale, nel piazzale all’ingresso della “Progest”, azienda presente da oltre 20 anni sul territorio, attiva prevalentemente nel settore del trattamento di rifiuti liquidi, che di recente è diventata socia di minoranza della “Ambyenta Campania”, la società che intende realizzare l’impianto di biometano da Forsu (frazione umida dei rifiuti). Impianto che dovrebbe sorgere su di un terreno situato proprio nelle vicinanze della Progest, in zona Asi “Aversa Nord”, che comprende i comuni di Gricignano, Carinaro e Teverola. – continua sotto – 

Da qui il motivo della “location” per la nuova protesta all’insegna dello slogan “No Biodigestore, fate un passo indietro, anzi jatevenne!!!”. Presente, nonostante l’orario e il sole cocente, un nutrito gruppo di persone, tra cui, oltre ad esponenti delle associazioni e cittadini, diversi rappresentanti delle amministrazioni comunali della zona, a partire dai sindaci di Gricignano, Vincenzo Santagata, di Teverola, Tommaso Barbato, e di Cesa, Enzo Guida, con al seguito assessori e consiglieri. Non sono mancate delegazioni dell’opposizione consiliare di Gricignano, capeggiata da Vittorio Lettieri, e quelle dei comuni di Carinaro e Aversa e della Rete di Cittadinanza e Comunità col portavoce Enzo Tosti. – continua sotto – 

Oltre a rivolgere un appello ai proprietari della Progest affinché rinuncino all’operazione, gli attivisti hanno di nuovo posto l’accento anche sul “Polo dei Rifiuti” che si è già creato e che si sta espandendo nella zona industriale con numerose richieste da parte di aziende (in via di insediamento o già insediate) di autorizzazioni ambientali per la lavorazione di varie tipologie di rifiuto. Senza dimenticare che la presenza massiccia di tali impianti non solo può produrre il rischio di aumento dei fastidiosi miasmi notturni (vedi l’Ecotransider, un “incubo” terminato solo dopo anni con la chiusura dello stabilimento) ma anche conseguenze per la salute pubblica, come testimonia l’ultimo studio dell’Istituto superiore di sanità commissionato dalla Procura di Napoli Nord sull’incidenza tra rifiuti e aumento delle malattie tumorali e respiratorie. IN ALTO IL VIDEO

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