Aversa (Caserta) – Tre milioni di euro. Una somma esorbitante per un comune, come quello di Aversa, che è da anni sull’orlo del dissesto, con i fondi ridotti a lumicino tanto da stentare anche ad assicurare l’ordinario. A chiederli è la Senesi, la società che sino a novembre scorso ha gestito, per quasi un decennio, il servizio di igiene urbana nella città normanna sempre in un atteggiamento, reciproco, di contestazioni e accuse sia a livello economico che di effettuazione del servizio. Il servizio è gestito attualmente dalla Tekra, una società del salernitano, che si è aggiudicato l’appalto del servizio per i prossimi cinque anni. – continua sotto –
La società marchigiana ha, infatti, citato il Comune guidato dal sindaco Alfonso Golia davanti al Tribunale di Napoli Nord, sezione specializzata in materia d’impresa, chiedendo il pagamento dei canoni, oltre a interessi e revisione dei prezzi. A difendere il Comune, come deciso dalla giunta in occasione di una delle ultime sedute, gli avvocati dell’ente Giuseppe Nerone e Domenico Pignetti. Nello specifico, la Senesi ha richiesto quasi 3 milioni (2.976.176 euro per essere pignoli) di cui 2 milioni e 647mila euro per le fatture emesse e non pagate e 329.162 euro per il servizio reso dal primo al 15 novembre del 2020 nonché dell’ulteriore somma di 12mila euro per il costo suppletivo degli automezzi utilizzati in via temporanea e straordinaria per assicurare il servizio di ritiro per i residenti ad Aversa positivi al Covid-19, per i quali è prevista una raccolta differenziata. – continua sotto –
Una notizia che non scompone più di tanto il primo cittadino che ha tenuto, in proposito, a precisare: «La Senesi – spiega il sindaco Golia – ha citato il comune per circa 3 milioni di euro. L’azienda contesta le penali che l’amministrazione comunale ha applicato alla luce dei tanti disservizi subiti nel corso del periodo che ha preceduto il passaggio di cantiere. Sono arrabbiato ma ho piena fiducia nella giustizia perché le condizioni di Aversa in quei molti mesi le ricordiamo tutti, ricordiamo le battaglie fatte ogni giorno per chiedere il rispetto del servizio, per far ripulire la città. Ricordiamo tutti le agitazioni dei lavoratori, i mezzi guasti che non venivano riparati e tante altre questioni che abbiamo sollevato. Abbiamo una copiosa documentazione che attesta la piena legittimità delle nostre azioni e ovviamente ci difenderemo in tutte le sedi. Ho grande fiducia nella giustizia». – continua sotto –
Intanto, la stessa Senesi raccoglie una importante vittoria in sede penale in una vicenda che aveva fatto registrare l’arresto del legale rappresentante Rodolfo Briganti e un provvedimento di commissariamento dell’azienda marchigiana. La vicenda risale al novembre 2017 quando l’imprenditore di Porto Sant’Elpidio Rodolfo Briganti venne tratto in arresto con l’accusa di corruzione in relazione all’appalto della raccolta dei rifiuti del Comune di Aci Catena in provincia di Catania. Successivamente il Tribunale della libertà di Catania annullò il provvedimento restituendo alla libertà Briganti. Dopo oltre 6 ore di Camera di Consiglio, la prima sezione penale del Tribunale catanese ha assolto l’imprenditore e la sua società, la Senesi Spa, perché il fatto non sussiste. «Con grande soddisfazione – hanno dichiarato i legali dell’impresa di Porto Sant’Elpidio Giovanni Domeniconi e Carmelo Peluso – abbiamo appreso dell’assoluzione del nostro assistito. Un Tribunale composto da giudici scrupolosi ed imparziali ha riconosciuto che il fatto di reato contestato non sussisteva. Questa decisione, che ci riempie di gioia, ha finalmente restituito a Rodolfo Briganti la sua reputazione professionale».