Aversa, parchi pubblici nel degrado: mix tra incapacità amministrativa e inciviltà

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Parchi pubblici cittadini, mentre gli amministratori studiano come risolvere il problema del degrado, si rischia di perderli irrimediabilmente. A rendere il Parco Pozzi e i due parchi urbani intitolati al regista Ninì Grassia e al maestro Antonio Balsamo il regno del degrado è un mix composto dall’incapacità dell’amministrazione (non solo quella attuale, ma anche da quelle precedenti) e dall’inciviltà di tanti di quelli che utilizzano (quando sono aperte) queste aree verdi. – continua sotto – 

«“Vietato urinare sulle aiuole”. Dovrebbero mettere questo cartello al Parco Pozzi di Aversa. Invece, – ha affermato un cittadino – non c’è nemmeno quello classico con il divieto di calpestare le aiuole. A ben vedere non ci sono nemmeno le aiuole al Parco Pozzi». «Pensavo questo l’altro giorno – ha continuato – vedendo un tizio con i pantaloni abbassati, che faceva i suoi bisogni mentre tutt’intorno una moltitudine di persone si affannava nella ginnastica mattutina». Un altro problema è rappresentato dai cani che non dovrebbero essere lasciati liberi dal guinzaglio mentre scorrazzano tra i viali nonostante vi sia una apposita zona del parco dedicata ai migliori amici dell’uomo. Inciviltà e dispregio per le regole a fronte di mancanza di controlli, ma si possono vedere anche aiuole di colore giallo con gli impianti di irrigazione che innaffiano quando possono, ossia quasi mai. Passando al Parco Balsamo, il secondo parco più grande dopo il Salvino Pozzi, la situazione muta di poco. – continua sotto – 

«In realtà, – afferma Giuseppe Pecorario – è la scenografia e la passarella ideale per ogni campagna elettorale. Totalmente abbandonato a sé stesso, se non arriva al massimo del degrado è solo perché recintato da cancelli. Due androni all’ingresso che però sembrano due stanzini vuoti e squallidi. I prati non curati, le giostrine malandate. Due fontanelle, della quale una all’ingresso che in questo momento è guasta e che continua ad avere perdite d’acqua, che alla lunga provocano un grande spreco, non solo per quei Paesi che non ne dispongono ma anche per le tasse pagate da noi cittadini». – continua sotto – 

Ancora peggio per il Parco Grassia che è chiuso praticamente da quando ha aperto, oramai oltre dieci anni fa. Da Ciaramella ad Alfonso Golia si sono avvicendati quattro sindaci e due commissari prefettizi ma poco o nulla è cambiato. Avere un parco pubblico funzionale e funzionante per gli aversani rimane un sogno irrealizzabile. Inutili gli sforzi di quelle poche persone, amministratori, che hanno tentato di operare il miracolo. Il mix di cui prima, tra incapacità dei politici e inciviltà degli aversani, ha decretato l’impossibilità di avere dei parchi urbani degni di tale nome. Resiste, in pratica, solo il Parco Pozzi, ma solo perché non c’è nulla di meglio e bisogna accontentarsi di quello che passa il convento. – continua sotto – 

La ricetta proposta dalle passate amministrazioni era l’affidamento al privato. Però, accanto ad una serie di prestazioni a titolo gratuito, tra cui la manutenzione e la guardiania, si chiedeva al privato anche un corrispettivo da pagare. In questi giorni c’è, sul tavolo, la proposta del vicesindaco con delega al Patrimonio, Marco Villano, che vorrebbe affidare questi spazi in gestione a privati che dovrebbero curarli. Una soluzione più equilibrata rispetto a quelle precedenti, assolutamente non appetibili per imprenditori privati. Questo almeno per quanto riguarda il Parco Pozzi e il Parco Balsamo. Un discorso diverso Villano ha in mente per il Parco Grassia che dovrebbe ospitare una serie di orti urbani per i quali ci sarebbe un apposito regolamento. Al di là di queste proposte, vi è, oggi, una sola certezza, il verde pubblico è in condizioni pietose.

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