Folla e commozione per le esequie di Raffaella Carrà, celebrate a Roma, nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli. In chiesa tanti fiori gialli, il colore preferito dell’artista. All’uscita del feretro dalla chiesa lunghi applausi e un canto collettivo. In piazza del Campidoglio è stato allestito un maxischermo per seguire la cerimonia. La basilica è stata allestita con gli omaggi floreali (domina il giallo, il colore preferito dell’artista e conduttrice) arrivati in questi giorni di camera ardente. – continua sotto –
La chiesa di Santa Maria in Ara Coeli di Roma era molto gremita. La bara di legno molto semplice, che è stata scelta per volere della stessa Carrà, è stata portata in auto dalla camera ardente in Campidoglio alla chiesa, dove è stata accolta da un lunghissimo applauso. Una folla di ammiratori di tutte le età si è assiepata all’esterno. Davanti alla chiesa, il feretro è stato accolto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi insieme a Sergio Japino. Poco prima sono arrivati anche il ministro della Cultura Dario Franceschini e Roberto Gualtieri. In chiesa sono entrate solo le persone accreditate dal cerimoniale dato che i posti disponibili erano solo 200. – continua sotto –
Ad aprire la cerimonia funebre è stato frate Simone Castaldi, salutando “la famiglia di sangue e di cuore” riunita per l’artista. “Il dolore è tanto, la retorica sarebbe una facile scappatoia, ma Raffaella ci salverà dalla retorica, lei è stata tante cose ma retorica mai”, ha detto nella sua introduzione, aggiungendo: “Chissà se ci si rende conto di quanto sono importanti gli artisti, quanto fanno bene alla gente. In cielo sarà una festa ritrovarsi tutti insieme e proprio perché sarà una festa, sono sicuro che troveremo Raffaella lì, in prima fila”. – continua sotto –
Durante l’omelia uno dei frati cappuccini ha ricordato “il talento, la personalità, l’umanità e la bellezza di una donna straordinaria che ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone”. Ha poi aggiunto: “Il suo successo professionale, la popolarità e la capacità di suscitare sentimenti profondi sono scaturiti soprattutto dalla sua umanità e dalla consapevolezza che il suo talento poteva dare molto al suo pubblico, che ogni persona è preziosa e meritevole di attenzione e rispetto”. Il frate ricorda anche il suo “atteggiamento inclusivo. Tutti coloro che entravano in contatto con lei si sentivano compresi e accettati, mai un giudizio sprezzante o mortificante ma sempre e solo un sorriso accogliente che raggiungeva l’altro come una carezza sincera e rassicurante”. E il saluto finale: “Ciao Raffaella, goditi il meritato riposo nella ‘fiesta’ del cielo”. Al termine dell’omelia padre Francesco Di Leo ha annunciato: “Raffaella è venuta molto spesso a San Giovanni Rotondo ed è stato suo desiderio tornarci. Per questo, non appena sarà possibile con Sergio Japino ci organizzeremo perché la sua urna farà tappa nella chiesa di Padre Pio e poi all’Argentario”. – continua sotto –
Dopo la cerimonia il feretro di Raffaella Carrà ha lasciato la chiesa. All’uscita dalla basilica lunghi applausi e un canto collettivo da parte della folla che scandisce le parole di alcune delle canzoni più popolari dell’artista, da “Ma che musica maestro” a “Ballo ballo”. Il feretro è rimasto per diversi minuti sul sagrato per permettere alla lunga fila di parenti e amici di dare l’ultimo bacio, l’ultima carezza alla bara. Poi la partenza, con il carro funebre scortato dagli agenti e ancora tanti tantissimi applausi.