Blitz anti assenteismo al Comune di Palermo, dove 28 dipendenti sono finiti sotto indagine per truffa ai danni dell’ente e falsa attestazione di presenza in servizio. In otto sono finiti agli arresti domiciliari, per 14 è scattato l’obbligo di dimora e di firma mentre per altri sei l’obbligo di firma. Undici dei 28 sono dipendenti diretti di Palazzo delle Aquile, 14 della società partecipata Reset, che eroga servizi per conto dell’ente, e tre del Coime (Coordinamento interventi di manutenzione edile del Comune di Palermo). Uno dei 28 è indagato per mafia. – continua sotto –
Riprese video, appostamenti, pedinamenti ed esami documentali hanno fatto emergere diversi episodi di assenteismo da parte dei dipendenti che dopo avere timbrato il cartellino si allontanavano dal posto di lavoro per andare a fare acquisti o per praticare sport. Da qui il nome del blitz, denominato dalla Guardia di finanza ‘Timbro libera tutti’. “Molto frequenti”, secondo le fiamme gialle, anche i casi di timbrature multiple dei cartellini da parte di un solo dipendente per conto dei colleghi in realtà assenti. In altri casi, per gli investigatori, gli indagati facevano ricorso “illegittimamente” alla ‘rilevazione manuale’ che consente in caso di dimenticanza del proprio badge di attestare comunque la presenza al lavoro con una comunicazione scritta. Uno stratagemma che nei piani degli indagati avrebbe consentito loro di “aggirare” la rilevazione automatica. – continua sotto –
Oltre mille i casi di falsa attestazione degli orari di lavoro scoperti dal gruppo Tutela mercato beni e servizi del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo: casi che, secondo la guardia di finanza, hanno determinato la rendicontazione di 2.500 ore di servizio in realtà non prestate a favore del Comune. Questi gli otto indagati finiti agli arresti domiciliari: Dario Falzone, 69 anni; Antonio Cusimano, 60; Gaspare Corona, 68; Mario Parisi, 61; Francesco Paolo Magnis, 61; Salvatore Barone, 47; Giancarlo Nocilla, 48; Tommaso Lo Presti, 50. – continua sotto –
“L’aspetto più allarmante e deludente di questa indagine è il senso di impunità e disaffezione verso il servizio pubblico”. Così il colonnello della Guardia di finanza Gianluca Angelini, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo. “Spesso passa il messaggio del ‘furbetto del cartellino’ ma questi non sono ‘furbetti’ – rimarca Angelini -, sono criminali che rubano lo stipendio allo Stato e, quindi, i soldi dei cittadini che pagano le tasse. Si tratta di ladri di risorse pubbliche”. Secondo il comandante “molti dipendenti violavano sistematicamente le regole del rapporto di impiego, come se tutto questo fosse normale”. Atteggiamenti “molto gravi che, oltre al danno economico, provocano anche un danno di immagine alla pubblica amministrazione – conclude Angelini – che così perde credibilità agli occhi dei cittadini. Oltre a tutto questo, infine, c’è anche un riflesso negativo sulla qualità dei servizi agli utenti”. – continua sotto –
“Esprimo un forte apprezzamento al comando provinciale della guardia di finanza che mette in luce uno spaccato di una realtà che grava sul corretto funzionamento dei servizi alla città. Per questo l’amministrazione comunale si costituirà parte civile”, ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. IN ALTO IL VIDEO