I finanzieri della compagnia di Marcianise hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 5 indagati gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei reati di usura, estorsione e violenza privata, tutti aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso. – continua sotto –
L’adozione della misura cautelare è intervenuta a seguito delle indagini, svolte dalla Guardia di Finanza di Marcianise e coordinate dalla Dda di Napoli, che hanno consentito di accertare condotte usuraie ed estorsive poste in essere da Clemente Crisci, detto “Semmentone”, 59enne di Santa Maria a Vico (Caserta), già condannato in via definitiva per il reato di associazione mafiosa in quanto ritenuto elemento organico al clan camorristico “Massaro-Di Paolo”, attivo nei Comuni di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e zone limitrofe. Insieme a lui sono finiti in carcere Andrea Di Caprio, 41enne di Santa Maria a Vico, e Alessio Biondillo, 44enne di San Felice a Cancello (a quest’ultimo è stata contestata anche la recidiva infraquinquennale nella commissione di reati aggravati dal metodo mafioso), entrambi già agli arresti per reati in materia di sostanze stupefacenti. Sono stati condotti in carcere anche Angelo Crisci, 41enne di Arienzo, e Vincenzo Guida, 37enne di Santa Maria a Vico. – continua sotto
Le attività investigative hanno accertato che, tramite la forza intimidatrice del clan, gli arrestati hanno concesso prestiti a tassi usurai nei confronti di un imprenditore, quest’ultimo chiamato a pagare interessi quantificabili nell’80% su base annua e, per tale motivo, costretto con atti violenti e minacciosi a cedere beni immobili del valore di oltre 300mila euro. Gli stessi indagati si sono resi responsabili di condotte estorsive nei confronti di un altro imprenditore, costretto anche lui con atteggiamenti violenti a restituire somme di denaro ricevute in prestito. – continua sotto
Disposto anche il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca “per equivalente”, dei proventi dei reati, pari agli interessi usurai indebitamente percepiti dai soggetti coinvolti. Sequestro che ha riguardato autoveicoli, terreni, quote societarie e disponibilità liquide per un valore complessivo di 173mila euro. IN ALTO IL VIDEO