Aversa (Caserta) – Il monumento a Domenico Cimarosa, il più famoso figlio di Aversa e Maestro indiscusso dell’Opera Buffa, diventa sempre più green. Intorno una grande aiuola ingiallita e puntellata da cartacce. Una invasiva pianta rampicante ha iniziato a coprirlo piano piano ed ora avanza inesorabile. Una novità tutta aversana questa dei monumenti green che, purtroppo, sebbene possa diventare una nuova tendenza, non è dettata da una scelta consapevole dell’amministrazione comunale, ma dall’incuria di quest’ultima. Tra Aversa e il Genio del Settecento musicale napoletano non è scoppiata mai la scintilla. – continua sotto –
Solo da qualche anno l’autore dell’Inno della Repubblica Partenopea sta raccogliendo qualche risultato ad Aversa dopo essere stato osannato nelle corti europee del suo tempo e da grandi esecutori e maestri d’orchestra. Quel monumento, pera di Francesco Jerace, è stato addirittura posto in un angolo di piazza Mazzini, la piazza della stazione ferroviaria, mentre sono in molti a chiedere il suo trasferimento in una zona più centrale, senza parlare delle proposte di intitolare all’autore del Matrimonio Segreto il parco Pozzi e la centrale via Roma o piazza Vittorio Emanuele. Ma nulla si è mosso sia nel passato che nel presente, senza contare che lo stesso monumento avrebbe necessità di essere restaurato. – continua sotto –
Il marmo è visibilmente danneggiato e il putto alato, il Genio della Musica, che era presente sino a qualche anno fa, è scomparso. Si spera conservato in qualche deposito comunale. La manutenzione dell’area in questione era stata assegnata ad una attività commerciale che è stata costretta a rinunciare perché, come dichiarato dal titolare, per ben due volte è stato rubato la falciatrice e l’aiuola era piena di rifiuti (e qui all’incapacità dell’amministrazione si aggiunge la oramai acclarata inciviltà degli aversani e di chi frequenta Aversa). – continua sotto –
Restando in piazza Mazzini, non si può non ricordare un altro tormentone che ha interessato le ultime quattro amministrazioni a partire da quella guidata da Mimmo Ciaramella, passando per Peppe Sagliocco ed Enrico de Cristofaro, sino ad arrivare a quella attuale guidata da Alfonso Glia: il chiosco che è praticamente chiuso da quando, oramai oltre dieci anni fa, è stato installato. Dopo aver peregrinato per tutta la piazza in questi anni, tra polemiche e idee di utilizzazione, è stato collocato quasi davanti all’uscita principale della stazione ferroviaria. Negli anni si è passati da infopoint turistico a edicola gestita da privati a infopoint per la pandemia. Tutte destinazioni che sono rimaste solo sulla carta, senza far mancare, da parte dell’attuale amministrazione, i selfie per documentare un’apertura che è stata evanescente come un fiocco di neve al sole agostano. Intanto continua ad essere inutilizzato e, addirittura, a dare fastidio, ma ben si accoppia al monumento green di Cimarosa. – sotto un’altra immagine