Aversa (Caserta) – Una distesa di erba secca con alberelli altrettanto secchi, scheletrici. In questo che si può definire, senza tema di smentita, come l’anno orribile del verde pubblico ad Aversa, non fa eccezione il parco pubblico cittadino per antonomasia. Il Parco “Salvino Pozzi” è ridotto ad aiuole dall’orribile colore giallognolo, un colore paglia che mette tristezza ai tanti avventori che anche in questo scorcio del mese di agosto cercano un minimo di refrigerio in quello che dovrebbe essere un parco verde. Di verde, però, sembra non esservi più nulla in quell’area che sino a poco tempo fa era considerata l’unico polmone verde della città. – continua sotto –
L’amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Golia ha continuato, sulla falsariga di quelle precedenti, a tagliare pini secolari perché erano malati. Ha, di converso, anche piantumato diversi alberelli. Ma le buone intenzioni non si sono coniugate con la realtà. Nonostante gli sforzi fatti dall’assessore all’Ambiente, Elena Caterino, la situazione sembra essere precipitata. La titolare della delega al Verde pubblico, infatti, dopo un anno nel quale si è distinta per il suo attivismo, soprattutto nel campo dell’igiene pubblica, sembra essersi arresa alla realtà e l’ex campo profughi ne è diventato l’emblema. – continua sotto –
Come accade sempre in questi casi, la vicenda è finita anche sui principali social con foto e commenti al vetriolo. Tra essi quello di una utente che aggiunge alle foto di aiuole giallognole e alberelli rinsecchiti, laconicamente, solo un «Volevano solo un poco d’acqua». Ma a soffrire non sono solo le malcapitate aiuole del Parco Pozzi e i suoi alberelli, oramai irrimediabilmente perduti, ma anche altri spazi del parco pubblico. La fontana, ovviamente, non sprizza acqua ed è ridotta al minimo. Il casotto da utilizzare per le attività collettive è stato recintato con il famigerato nastro biancorosso ed è, quindi, off-limits. Insomma, grazie ad un impianto di irrigazione non funzionante e ad una assoluta mancanza di manutenzione, il parco cittadino rischia di essere uno sbiadito ricordo. – continua sotto –
Non stanno meglio gli altri due parchi urbani cittadini, il Parco Ninì Grassia e quello intitolato al maestro Antonio Balsamo. In verità, per questi due nessuna delle precedenti amministrazioni ha fatto molto, tanto che in questi anni sono stati più lunghi i periodi di chiusura rispetto a quelli di apertura. Ora, da quanto appreso, il vicesindaco Marco Villano starebbe lavorando ad una serie di ipotesi per consentirne la riapertura con affidamento della manutenzione ad associazioni o a privati. In particolare, per il Parco Grassia di via Atellana si ipotizza la creazioni di orti urbani affidati ai cittadini che ne faranno richiesta. Al momento, l’unica cosa certa è che per la loro realizzazione sono stati utilizzati oltre trecentomila euro di fondi europei. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA