Abbattimenti a Casal di Principe, la Procura chiarisce: “Famiglie hanno già un’altra sistemazione”

di Redazione

Casal di Principe (Caserta) – Dopo l’avvio delle opere di abitazioni abusive in via Ancona (ex via I^ Traversa di viale Europa), avvenuta tra le proteste delle due famiglie che vi dimoravano e del sindaco Renato Natale, che ha rassegnato le proprie dimissioni, la Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha disposto il provvedimento, interviene per fornire alcune delucidazioni, soprattutto relative alla richiesta, da parte dell’amministrazione comunale, di una proroga per consentire il completamento dei lavori di un bene confiscato in via Baracca dove alloggiare i nuclei familiari con figli minorenni. – continua sotto – 

“Si evidenzia che tale situazione – spiega il procuratore Maria Antonietta Troncone (nella foto) – venne rappresentata dal sindaco, già a far data dal 29 marzo scorso (data inizialmente fissata per l’esecuzione) e ha dato luogo, da parte di quest’ufficio, all’accoglimento delle richieste di rinvio, tant’è che l’esecuzione è stata differita sino a pervenire alla data del 2 settembre 2021, ferma restando l’assunzione da parte del sindaco dell’impegno d’individuare una sistemazione alloggiativa adeguata per i due nuclei familiari. Decorso ampiamente il termine concesso, è stata fissata pertanto l’esecuzione al 2 settembre, non potendosi ulteriormente rinviare la demolizione, anche in virtù delle situazioni di pericolo del fabbricato, tali da poter compromettere l’incolumità fisica dei minori”. – continua sotto – 

“A tali conclusioni – prosegue Troncone – si è potuti pervenire, in quanto, nel corso dell’attività preparatoria alla demolizione, entrambi i nuclei familiari hanno reperito soluzioni abitative alternative. In particolare, è emerso che uno dei due nuclei familiari era già anagraficamente residente, sin dal dicembre 2020, in un’abitazione diversa da quella oggetto della demolizione, usufruendo di alloggio popolare, così come riferito da uno dei componenti del nucleo alla polizia giudiziaria operante. Il secondo nucleo familiare ha ugualmente riferito alla polizia giudiziaria, alcuni giorni prima dell’esecuzione, di aver rinvenuto una soluzione alloggiativa in affitto. Pertanto, appaiono venuti meno i presupposti posti a fondamento della richiesta di rinvio, atteso che le due famiglie hanno trovato sistemazione altrove, circostanza che ha reso possibile l’esecuzione della demolizione del fabbricato che versava in situazione di pericolo”. – continua sotto – 

E qui la procuratrice sottolinea: “Questa Procura della Repubblica continua nella doverosa attività di demolizione dei manufatti abusivi consentendo, in tal modo, il ripristino dell’integrità del territorio, anche grazie all’efficiente funzionalità dell’ufficio Demolizione, con personale di polizia giudiziaria, appartenente alla sezione di polizia giudiziaria – aliquota carabinieri. L’attività di demolizione, come in genere l’attività di repressione/prevenzione, in realtà, sensibilizza le comunità a un uso del territorio appropriato e rispettoso. Le demolizioni trasmettono il segnale inequivocabile che l’abusivismo viene combattuto fino in fondo e che, soprattutto, non è conveniente”. “Peraltro, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nell’individuazione dei manufatti abusivi da abbattere – aggiunge Troncone – utilizza dei criteri di priorità, di natura oggettiva e predeterminata, che non rispettano il solo ordine cronologico, ma che tengono conto soprattutto della pericolosità statica che strutturalmente presentano detti manufatti soprattutto al fine di salvaguardare l’incolumità pubblica delle persone”. – continua sotto – 

Le caratteristiche del fabbricato – Il manufatto abusivo, oggetto di una sentenza penale di condanna del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione distaccata di Aversa, passata in giudicato il 6 luglio 2005, che contiene l’ordine giudiziale di demolizione del manufatto abusivo (con conseguente ripristino dello stato dei luoghi) di proprietà di I.A., risulta essere sprovvisto di autorizzazioni urbanistiche ed è pertanto privo di alcun tipo di progetto strutturale e edilizio, nonché di certificazione di agibilità, con riferimento alla vigente normativa in materia, compreso quella sanitaria. Il manufatto abusivo, edificato in zona agricola “El” composto da tre livelli fuori terra, per una enorme cubatura pari a circa 2.370 metri cubi (l’enorme cubatura evidenzia che non si tratta di edificazione per necessità abitativa), possiede struttura a telaio in cemento armato, completamente tompagnato su perimetro e, per circa la metà, abitato, da due nuclei familiari. L’intero fabbricato è stato realizzato senza alcun criterio di regolarità sismica e risulta essere privo di collaudo sismico, non essendosi provveduto al doveroso deposito degli atti progettuali presso l’Ufficio dello Sportello Unico dell’Edilizia competente. La zona è infatti coperta da diversi vincoli: vincolo sismico, zona agricola e di inedificabilità dal piano regolatore comunale. Inoltre l’immobile, presenta diverse situazioni di ulteriori pericolo, quali l’assenza di passamano e parapetti sulle scale (tra l’altro allo stato grezzo) per l’accesso agli appartamenti, con evidente e concreto pericolo di caduta dall’alto. Anche l’impianto elettrico presenta elevate criticità, in quanto sono presenti nel manufatto abusivo numerosi fili elettrici “volanti”.

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