Aversa (Caserta) – La Giunta comunale approva la delibera con la quale fissa le condizioni per affidare in gestione il Palazzetto dello Sport ad un privato. E scoppia la polemica. Per gli addetti ai lavori «è praticamente impossibile partecipare sia per i costi alti. Più o meno saranno necessari almeno 100mila euro l’anno. 50mila euro al Comune, oltre a luce, gas, manutenzione impianti, pulizia e guardiania. Poi, il punteggio più alto va dato alle organizzazioni del terzo settore. Infine, non è prevista la tariffa massima da applicare alle società per allenarsi per cui il vincitore potrà decidere a suo piacimento quanto chiedere». – continua sotto –
Esprime soddisfazione il capogruppo consiliare del Pd, Paolo Santulli: «Finalmente, dopo il pressing operato in Commissione e in Consiglio, li abbiamo costretti a fare la delibera, tenuto anche conto che nei conti del bilancio hanno previsto 35mila euro in uscita e cinquemila in entrata, dove, ovviamente, la prima somma è una ipotesi ridotta e la seconda è aumentata. Abbiamo perso un anno da quando decidemmo in commissione e tenemmo un consiglio comunale per cambiare il regolamento».
Insomma, 50mila euro per un palazzetto dai gravi problemi di acustica (fallimentare organizzare concerti all’interno sia per l’impiantistica che per la capienza omologata di posti: appena 1300), senza impianto di aria condizionata (forse realizzato in occasione delle Universiadi campane, ma non ha mai funzionato) e con una caldaia ed impianto di riscaldamento vecchio ed usurato. Inoltre, il Comune e le società se lo terrebbero per due mesi all’anno circa e per altri tre mesi circa, da metà giugno a fine agosto praticamente inutilizzabile per “l’effetto sauna” a causa della mancanza di aria condizionata. Quindi, per poco più di sei mesi un privato dovrebbe sborsare più del doppio, anzi quasi il triplo, rispetto al fitto dello stadio.
Non guasta ricordare che la vicenda del palazzetto è iniziata bene solo quando si decise di realizzarlo e si stanziarono i soldi per la progettazione (erano i tempi della brevissima ma intensa Giunta Pastore, nella prima metà degli anni ‘80). Tutto il resto è stato ed è tuttora uno sconquasso completo: dai progetti più volte sbagliati, bocciati dal Coni e rifatti (ma mai bene e lungimiranti, vedi acustica di cui si è fatto cenno prima) fino ai tentativi, poco convincenti, di affidamento della gestione.