Sant’Arpino (Caserta) – «La mia squadra era pronta ed era forte. Potevo essere eletto di nuovo sindaco ma ho rinunciato. Nessuno lo avrebbe fatto. Io non vivo di politica. Per me è solo passione. Ora mi devo riposare, questi cinque anni mi hanno logorato». Giuseppe Dell’Aversana, sindaco uscente di Sant’Arpino, alla fine del suo terzo mandato, con un quarto che avrebbe raggiunto, forse, con facilità, ha deciso di non essere più della partita e spiega: «Fare il sindaco, nelle condizioni date, è logorante è un impegno che ti assorbe completamente. Ti restano poco spazio e tempo, se non proprio nulla, per la famiglia, gli affetti e gli altri interessi. Sei totalmente assorbito da responsabilità enormi e problemi colossali. In cinque anni, ho dato il massimo di energia e tempo, sono stanco, ho perso il contatto con la vita mia personale. Ti chiedi che senso ha sacrificare affetti, famiglia e tutto il resto di fronte a uno stato, il cui quadro di riferimento cambia poco poiché totalmente in crisi». – continua sotto –
«Sei chiamato a operare – ha continuato Dell’Aversana – in una vera e propria giungla legislativa, che invece di darti certezze, consente spazi di ambiguità, soluzioni contrastanti e perfino contraddittorie. E tutto ciò accresce il potere di una burocrazia, spesso anche poco competente, che si muove tra due eccessi: frequenti violazioni delle regole o applicazione rigida fino all’eccesso di zelo. Con il paradosso di avere sullo stesso provvedimento pareri diversi da parte degli uffici competenti. Praticamente assenza totale di buon senso e una selva di pareri l’un contro l’altro armato». – continua sotto –
Si sente sconfitto? «Sono stati cinque anni di inferno con casse vuote, debiti da pagare e 24 impiegati in pensione con zero assunzioni. Ho dovuto “friggere il pesce con l’acqua” come si suol dire. Senza risorse senza impiegati con uffici vuoti. Fra 30 giorni sarò un uomo libero e felice. Potevo ricandidarmi la lista era pronta ma ho voluto rinunciare per il bene dei miei figli e di mia moglie. Troppe responsabilità, troppo stress, troppe persone scostumate. Troppe esigenze e poche risorse». – continua sotto –
Cosa lascia il sindaco Dell’Aversana a quello che sarà il proprio successore? «Partiamo da un finanziamento di 120mila euro per le nostre scuole. Il sindaco che mi succederà, poi, potrà inaugurare un edificio completamente ristrutturato e sede museale nell’ex Municipio di Atella di Napoli. Era un rudere. Dove c’era una discarica oggi invece c’è una piazzetta dedicata a Ezio Bosso, che qui era di casa. A breve, inoltre, il collaudo dei lavori al cimitero comunale. Abbiamo realizzato un impianto elettrico efficiente e moderno. Il precedente era vecchio di 40 anni. La nuova isola ecologica da inaugurare. Lsu stabilizzati. È stato approvato il bilancio stabilmente riequilibrato. Al via l’iter per l’assunzione di otto nuovi dipendenti comunali, una grande impresa. Ho impedito la chiusura del liceo Siani a Sant’Arpino». – continua sotto –
Cosa, invece, avrebbe voluto fare e non ha fatto? «Ristrutturare i tre monumenti del mio cuore: Palazzo Ducale, la chiesa di San Francesco da Paola al cimitero, la chiesa di San Canione. Amo la storia del mio comune. Mi sarebbe piaciuto recuperare questi tre monumenti, ma, purtroppo, il dissesto impedisce di fare mutui. Questo il mio unico rammarico. Comunque, anche se sul Palazzo Ducale ho fatto degli interventi migliorativi al tetto ed agli infissi. Altro grande rimorso, altra cosa che potevo fare e non sono riuscito a fare è la gara per rifare interamente la provinciale Caivano – Aversa. Sono stato in grado di ottenere tre milioni di euro per rifacimento della strada, ma non ho fatto in tempo a fare la gara. Il prossimo sindaco potrà fare la gara per ristrutturare ex novo questa importante arteria stradale».