Gli uomini della Direzione investigativa antimafia e i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Trieste, al termine di complesse indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia triestina, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di nove indagati per una vicenda di estorsioni a commercianti tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. – continua sotto –
Sgominato un gruppo criminale ritenuto contiguo al clan camorristico “Licciardi” di Napoli. A capo, secondo gli investigatori, c’era Pietro D’Antonio, 60 anni, originario di Cercola (Napoli) e residente a Latisana (Udine). Tra gli arrestati figurano anche due figli di D’Antonio, Renato, 27 anni, e Beniamino, e il presidente dell’Ascom di Bibione ed ex vicesindaco di San Michele al Tagliamento, Giuseppe Morsanuto.
Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, di diversi episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per avere costretto, con reiterate condotte intimidatorie, numerosi commercianti ambulanti friulani e veneti a non esercitare la propria attività imprenditoriale ed al fine di impedire il regolare svolgimento, a Bibione (Venezia), frazione di San Michele al Tagliamento, della nota manifestazione fieristica estiva denominata “I Giovedì del Lido del Sole”. Lo scopo era quello di riuscire ad ottenere un diretto controllo delle attività economiche e condizionare così il libero mercato e lo sviluppo economico e sociale della rinomata località turistica.
Particolarmente significativi alcuni episodi in cui sono state organizzate spedizioni punitive con armi nei confronti di chi non sottostava alla egemonia imposta dal capo del gruppo criminale anche in altre manifestazioni fieristiche del litorale friulano-veneto. Effettuate perquisizioni con l’ausilio di uomini e donne dei Reparti territoriali della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonché dai militari dell’8° Reggimento Genio Guastatori di Legnago presso i luoghi nella disponibilità delle persone indagate nelle province di Udine, Venezia e Pordenone. IN ALTO IL VIDEO