Sant’Antimo, “patto politica-camorra”: il senatore Luigi Cesaro ai domiciliari

di Redazione

Disposto gli arresti domiciliari per il senatore Luigi Cesaro. All’esponente di Forza Italia, ex presidente della Provincia di Napoli, vengono contestati i reati di concorso esterno in associazione camorristica in ordine a presunti patti tra politica e camorra che avrebbero retto l’amministrazione di Sant’Antimo, e su rapporti con il clan Puca. Il provvedimento, notificato a Cesaro dai carabinieri, dovrà essere sottoposto all’esame del Senato per l’autorizzazione. – continua sotto – 

L’inchiesta, nel giugno 2020, portò in carcere il fratello Antimo Cesaro, mentre gli altri fratelli Aniello e Raffaele finirono ai domiciliari. Per Luigi Cesaro fu chiesto il carcere ma la richiesta fu sospesa dal giudice per le indagini preliminari che tramise gli atti al Senato per ottenere l’utilizzabilità di alcune intercettazioni. Concessione che è stata concessa lo scorso maggio, un anno dopo. Da qui la rimodulazione della richiesta di misura cautelare con la sottoposizione ai domiciliari. – continua sotto – 

Intanto, i difensori di Luigi Cesaro, il professore avvocato Alfonso Furgiuele e l’avvocato Michele Sanseverino, come riporta una nota, “dopo aver preso visione del contenuto dell’ordinanza applicativa della misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli, dott.ssa Miranda, rilevano innanzitutto che già l’ufficio del pubblico ministero ha rivisto l’originaria richiesta cautelare, invocando la sottoposizione agli arresti domiciliari invece della custodia cautelare in carcere. Comunque, all’esito di un primo rapido esame della motivazione del provvedimento, ritengono che esso sia meritevole di una ferma censura, sia in ordine al profilo della gravità indiziaria sia a quello dell’esistenza e permanenza attuale delle esigenze cautelari”. “Pertanto, – concludono i Furgiuele e Sanseverino – indipendentemente dalla decisione che verrà adottata dal Senato in ordine alla richiesta di autorizzazione all’arresto, intendono immediatamente proporre istanza di riesame al Tribunale della Libertà di Napoli”.

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