L’avventura a Milano di Lorenzo Griffo, nelle fasi finali del settimo Gran Premio della Caffetteria Italiana, si è conclusa con un ottimo sesto posto nazionale, dopo essere stato l’unico campano ad aver raggiunto la finale del 23 a margine di avvincenti semifinali, il 22 ottobre, in cui erano presenti tre concorrenti della Campania, due dalla sola provincia di Caserta. Lunghe e difficili le prove che hanno portato alla classifica definitiva, in cui ha vinto Francesco Masala, di Sassari. L’espresso, il cappuccino e il drink al caffè sono le fasi che tutti e 15 i concorrenti hanno dovuto affrontare, con i giudici il cui lavoro non è stato meno semplice, dovendo scegliere tra l’eccellenza italiana del settore. – continua sotto –
Il “maestro del caffè” Lorenzo Griffo, titolo acquisito dopo il corso di studi in seno all’Aicaf, Accademia Italiana Maestri del Caffè, è riuscito a impressionare i giudici anche con il cocktail: in semifinale ha portato l’Equilibrio, che unisce la cultura enogastronomica di nord e sud grazie al Fernet Branca, del nord, e il latte di mandorla, ghiaccio e caffè, ingredienti del caffè in ghiaccio, di matrice salentina ma ormai diffuso anche in altri posti del sud.
La finale è stata altrettanto combattuta, come fa sapere Griffo: “Già alla vigilia – dice – ero consapevole del grande livello di competitor presenti quest’anno. È stato un grande onore per me arrivare in finale con grandi professionisti del settore, e ancora di più aver raggiunto il sesto posto rappresentando bene la Campania nella competizione. Essere qui significa aver fatto il percorso giusto, sia con Aicaf sia personale, perché questo è un lavoro che mi affascina da più di 15 anni, e negli ultimi anni ne ho fatto la mia professione”.
“Non ci sarei riuscito – sottolinea Griffo – se nel corso del tempo non avessi incontrato tante personalità che mi hanno fatto crescere passo dopo passo, e voglio ringraziare proprio loro, a partire dai titolari del bar ‘La Nuit’ di Aversa, dove lavoro, per avermi appoggiato nell’esperienza milanese. Poi c’è Raffaele Andreozzi, amico e collega, ed eccellenza italiana che ha creato piccole monoporzioni dolciarie che hanno deliziato il palato dei giudici e mi hanno senz’altro aiutato. Un sentito grazie va anche a tutti i miei colleghi e infine, ultima ma non per importanza, alla mia compagna che ha abbracciato con me questo progetto sostenendomi in tutte le fasi”.