Aversa (Caserta) – Strisce blu, esame superato. Questo, almeno, secondo amministrazione e Publiparking, la società che gestisce il servizio di sosta a pagamento, mentre per gli automobilisti aversani, e non, che devono ricorrere al parcheggio delle proprie autovetture sono perplessi (per usare un eufemismo) anche se le eccezioni in positivo non mancano, soprattutto per quanto riguarda la facilità con la quale si riesce a parcheggiare, a trovare un posto libero, anche nel centro cittadino. Circostanza in precedenza non sempre riscontrabile. – continua sotto –
Ma andiamo con ordine, partendo da quello che era diventato un vero e proprio mistero: il numero di stalli blu disegnati in città. Sono in tanti ad evidenziare che Aversa è una “città blu”, anche nelle zone periferiche dove, in precedenza, la sosta era gratuita. Qualcuno più informato fa notare che in giro vi sono numeri che contraddistinguono gli stalli di sosta molto più alti rispetto al 3311 che doveva essere la quantità di posti destinati al parcheggio a pagamento. Un “mistero” che, come accade oramai in tempo di social imperanti, ha fatto il giro del web, facendo gridare allo scandalo e alla truffa. A svelare il motivo di un numero così alto di stalli dipinti di blu sono, in primo luogo, il vicesindaco e assessore alla Viabilità, Marco Villano, e il comandante della Polizia municipale, Stefano Guarino, che evidenziano come la numerazione non parta dal numero 001 ma da 101 presente in piazza Municipio.
Puntualizza ancora di più Paolo La Scala, responsabile del servizio di sosta a pagamento in città e uno degli amministratori della Publiparking, che afferma: «Bisogna tenere conto non solo che si inizia dal numero 101 ma anche che sono stati recuperati tutti quegli stalli che sono stati occupati dai commercianti con i loro tavolini. Da qui la presenza di numeri che vanno oltre i 3311, ma gli stalli utilizzati sono effettivamente quelli stabili dal contratto».
Un altro motivo di lamentele riguarda il pagamento del parcheggio anche nei giorni festivi. «Anche in questo caso – dice La Scala – bisogna fronteggiare i detrattori di professione. Le uniche zone della città nelle quali è previsto il pagamento anche nei giorni festivi o dopo le 20 sono quelle interessate dal fenomeno della movida». Una scelta che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alfonso Golia ha inteso fare anche per porre un freno al fenomeno dei parcheggiatori abusivi che spesso mettevano in atto delle vere e proprie estorsioni nei confronti dei malcapitati automobilisti. «Abbiamo dei detrattori a prescindere – ha aggiunto La Scala – che non riescono a rassegnarsi sul fatto che tutto funziona come un orologio svizzero. La risposta della città in questa prima fase è stata più che positiva. Ma stiamo ancora completando il dispositivo. Purtroppo, non ci danno neanche il tempo di portare a termine il meccanismo che sono tutti lì pronti con polemiche strumentali». – continua sotto –
A proposito di polemiche, non si può sottacere quella relativa all’avviso bonario che gli ausiliari del traffico lasciano sul parabrezza di chi risulta non aver pagato la sosta. «Anche qui – fa notare ancora La Scala – bisogna spiegare che l’avviso posto sul parabrezza giunge solo in casi particolari. Quando sul posto l’ausiliario si imbatte nell’automobilista, lo invita a fare il ticket».
Ma c’è da segnalare un caso avvenuto l’altro giorno nei pressi della Clinica San Paolo, in via Vito di Jasi, che ha dell’incredibile: un automobilista arriva accompagnando la figlia in evidente stato di gravidanza avanzato. Scende dall’auto, apre la portiera e si avvia con premura verso la clinica con la signora sotto il braccio. L’ausiliario gli corre dietro urlando che anche la domenica si paga. Il signore gli risponde che prima avrebbe accompagnato la figlia dentro e poi provveduto al pagamento. L’ausiliare del traffico avrebbe risposto che non se ne importava niente dei servizi che il signore doveva fare e che avrebbe provveduto in quell’istante a emettere la sanzione. Sono anche volati insulti. Insomma, se è vero che gli aversani si stanno abituando, anche non prendendo più l’auto anche per piccoli spostamenti, come dimostrano i posti di sosta vuoti, è anche vero che è necessario impartire qualche disposizione in più agli ausiliari.