I carabinieri del Nucleo investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta (Nipaaf), insieme unitamente ai carabinieri della stazione Forestale di Marcianise, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di una ditta operante nel settore degli accessori per confezioni di abbigliamento, per plurime violazioni della normativa ambientale, apponendo i sigilli al capannone industriale ubicato a Orta di Atella dove avvenivano le lavorazioni. – continua sotto –
Le indagini, dirette dalla Procura di Napoli Nord, hanno avuto origine nel mese di novembre del 2018, quando i militari della Stazione Forestale di Marcianise, in occasione di un servizio di perlustrazione del territorio svolto nell’ambito delle attività di prevenzione a tutela della cosiddetta “Terra dei Fuochi”, segnalavano un incendio di rifiuti avvenuto il 10 novembre 2018 in tre aree site a Gricignano di Aversa, in via Trivio del Castagno, una zona agricola. In quella circostanza venivano rinvenuti abbandonati 126 sacchi neri, contenenti rifiuti speciali non pericolosi di natura tessile, di cui oltre una decina dati alle fiamme. Dall’ispezione di alcuni sacchi integri venivano rinvenute svariate targhette di stoffe recanti il logo della ditta di provenienza, sottoposta a sequestro. Da un successivo sopralluogo, emergeva, inoltre, in molti sacchi di colore nero, contenenti i predetti scarti di manifattura tessile, in precedenza ritrovati non combusti e sottoposti a sequestro, dopo l’intervento dei militari erano stati dati parimenti alle fiamme, come verosimilmente avvenuto in altre analoghe occasioni, attesa la presenza di residui di altri materiali parzialmente combusti.
Nel prosieguo delle indagini, i carabinieri forestali organizzavano un servizio mirato di osservazione e controllo intercettando i furgoni, adibiti al trasporto di rifiuti di tessili, soliti circolare in quella zona, individuando una ditta riconducibile al coniuge del titolare dell’azienda che produce i rifiuti sversati nelle campagne di Gricignano. Tra l’anno 2019 e il 2020 venivano compiute ulteriori attività delegate, che mettevano in luce la connessione tra le due società, anche in ragione dello stretto legame di parentela tra i loro appartenenti. Sulla scorta di tali elementi i due coniugi sono stati ritenuti responsabili dell’abbondono e della combustione dei predetti rifiuti. Inoltre, la Procura di Napoli Nord disponeva un’ampia visita ispettiva presso la sede operativa della società d ove è ubicato il capannone industriale e della succursale situata a Sant’Arpino, adibita a magazzino e punto vendita alle ditte del settore produttivo tessile. Le ispezioni venivano concretamente eseguite nel mese di luglio 2021 dai carabinieri forestali del nucleo investigativo di Caserta, insieme a personale specializzato dell’Arpac, in particolare i tecnici dell’area territoriale “Suolo, Rifiuti e Siti Contaminati”.
All’esito dell’ispezione, che confermava la riconducibilità delle ditte intestate ai due coniugi alla stessa gestione aziendale, emergeva che entrambi, a partire dal 2017, effettuano un’illecita attività di gestione dei rifiuti speciali non pericolosi tipicamente riconducibili al settore manifatturiero, nello specifico scarti di fibre lavorate e rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce, che almeno fino al 2018 venivano abbandonati nelle campagne e dati alle fiamme. Emergevano, poi, ulteriori irregolarità: la ditta effettuava una gestione irregolare del deposito temporaneo dei rifiuti tessili; a partire dal 2017, esercitava l’attività aziendale in assenza della prescritta autorizzazione alle emissioni in atmosfera; smaltiva illecitamente i liquidi prodotti dalle attività di colorazione dei tessuti e degli accessori prodotti. Dopo i sigilli apposti al capannone industriale, la ditta è stata inibita da qualsivoglia attività. IN ALTO IL VIDEO