Aversa (Caserta) – Ancora colpi di scena in seno al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord. Il Tar Campania ha sospeso il provvedimento con il quale il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, aveva sciolto il Consiglio e nominato commissario degli avvocati del circondario aversano l’avellinese Fabio Benigni. Si tratta di un provvedimento cautelare in attesa della discussione nel merito che si terrà il prossimo 23 febbraio e sino ad allora rimarrà in carica il Consiglio nato dopo le dimissioni della maggioranza dei precedenti consiglieri. – continua sotto –
La richiesta era venuta dal ricorso presentato da Francesco Castaldo, nella qualità di consigliere nonché di presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord. In giudizio si è costituito il solo Ministero della Giustizia, rappresentato dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli. Non si sono, invece, costituiti il Consiglio Nazionale Forense e i componenti del Consiglio Forense locale che si erano dimessi: Luigi D’Antò, Rosario Auletta, Rosa Cesaro, Dolores Di Micco, Giuseppe Landolfo, Gianfranco Mallardo, Generoso Di Biase, Clorinda Maisto, Antonia Di Costanzo, Annunziata Caterino, Annamaria Maisto, Antimo D’Alterio, Alberto Pellegrino, Luigi Riccitiello e Francesco Paolo Pianese, oltre al commissario Benigni.
I giudici amministrativi nel provvedimento evidenziano «che l’impugnato decreto di scioglimento, adottato su proposta del Consiglio Nazionale Forense, si fonda sulla circostanza che un numero di consiglieri superiore alla metà avesse rassegnato le dimissioni “contestualmente”, facendone derivare la decadenza dell’intero Consiglio dell’Ordine» e che «dal dato testuale che in esso viene quindi (implicitamente) assunto che si tratti di dimissioni contestuali per le quali non potrebbe procedersi alla sostituzione dei membri dimissionari con il subentro dei non eletti». Un assunto che parrebbe errato «Ravvisato, a tal riguardo, che non sembra quindi che il Ministero abbia preso in considerazione il verbale della seduta del 6 settembre 2021 con cui il Consiglio dell’Ordine aveva provveduto all’integrazione del Consiglio sostituendo i membri dimissionari».
I magistrati partenopei hanno, quindi, «ritenuto che il ricorso sembra presentare profili di probabile fondatezza, apparendo l’impugnato decreto di scioglimento inficiato dal dedotto difetto di istruttoria (in quanto fondato sulla rappresentazione che trattasi di dimissioni contestuali per le quali non potrebbe procedersi alla sostituzione dei membri dimissionari), imponendosene per queste ragioni la sospensione dell’efficacia, per il pregiudizio grave e irreparabile derivante dalla indizione dell’assemblea per le elezioni del nuovo consiglio» e hanno sospeso il decreto ministeriale di scioglimento per poi decidere a febbraio anche alla luce di una nota del Consiglio Nazionale Forense del 27 luglio 2021, ordinando al Ministero della Giustizia di provvedere al suo deposito nel fascicolo di causa.