Aggressioni verbali contro il personale femminile, pugni in faccia, ma anche sferrati contro i plexiglass, persone tirate per i capelli. Sono le scene quotidiane a cui è costretto ad assistere (e subire) il personale dell’Aeroporto di Bologna e che si sono moltiplicate esponenzialmente dallo scoppio della pandemia, anche a causa del maggior numero di controlli per chi si imbarca. Per questo ora gli addetti incrociano le braccia e chiedono più sicurezza. – continua sotto –
Oggi, infatti, con uno sciopero dalle 12 alle 16 e un presidio promossi da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo, i dipendenti aeroportuali si sono trovati davanti al Marconi per raccontare dal vivo cosa succede e accendere i riflettori su una delle tante conseguenze non previste del Covid. Oggi – armati di tamburi – c’erano una cinquantina di lavoratori, ma è un problema che riguarda circa “1.200, 1.300 dipendenti” sia delle società di handling Adb, Gh e Aviation services sia dell’aeroporto stesso che si occupa della security.
“Le violenze verbali c’erano anche prima, ma con il Covid sono aumentate – spiega Daniela Modonesi della Filt – è aumentata probabilmente l’ansia e anche l’aggressività delle persone, abbiamo avuto episodi limite veramente molto pesanti. Abbiamo chiesto di aiutarci e di tutelare il nostro lavoro”. Tra questi appunto, Modonesi cita quelli legati a “controlli di documentazione Covid o a pagamenti di bagaglio”, e “sono successe cose come pugni in faccia, pugni contro il plexiglass, persone tirate per i capelli. Questi sono i casi più estremi, ma urla e violenza verbale non si sprecano, ce ne sono tante”, in particolare “verso le donne”. Per questo “noi chiediamo più tutele e più Forze dell’ordine soprattutto in questo periodo”. “Magari tra sei mesi queste aggressioni non ci saranno più”, con il diminuire dell’emergenza Covid, ma proprio per questo bisogna intervenire subito, sostiene Daniele Maccaferri, segretario provinciale e regionale Ugl Trasporto aereo. Il problema adesso si subisce “in maniera esponenziale. Noi – prosegue il sindacalista Ugl – diamo la colpa” alla fase dell’emergenza Covid, “e speriamo che sia così, sennò quando non ci sarà più il Covid non ci sarà la scusante. Dopo è solo maleducazione”.
Se una volta infatti “il problema era già presente, ma confinato magari a chi lavora al check-in o allo smarrimento bagagli, adesso è una cosa più diffusa. Abbiamo visto episodi sotto bordo, sull’autobus… E’ una situazione molto stressante, i controlli sono aumentati tantissimo e non tutti sono in grado di gestirli”, ricorda Elena Capitani, della Fit. “Il passeggero è un po’ stressato, ma- chiarisce Maccaferri- questo non gli deve dare il permesso di alzare le mani e soprattutto anche a livello verbale, queste ultime tutti i giorni e rivolte in maniera molto violenta verso le donne”. Ma come fare allora? Con “un numero di agenti maggiore” e rendendo “più fluide le procedure d’imbarco in modo che si abbassi quanto più possibile la probabilità che la situazione degeneri”. Sebbene “non siano la maggioranza, si parla di un numero piccolissimo di persone”, sottolinea Capitani, i viaggiatori dall’esasperazione facile, “costituiscono un problema per noi e per gli altri passeggeri. A bordo aereo una persona così può essere un grosso problema”. – continua sotto –
Per questo “occorrono procedure che evitino il crearsi questi momenti di tensione e di sicurezza che diano garanzie ai lavoratori in caso di emergenza”, ma anche per far intervenire rapidamente le Forze dell’ordine evitando degenerazioni, spiega Max Colonna, coordinatore Aeroporto per Uiltrasporti: “Ad oggi quando interviene la Polizia il fatto è già compiuto, le persone vengono eventualmente identificate e denunciate ma tutte le volte sono poi ripartite dall’aeroporto. Questo denota una situazione che crea profonda insoddisfazione nei confronti dei lavoratori che non si sentono tutelati e protetti”. IN ALTO IL VIDEO