Arrestato Cosimo Damiano Gallace, 60 anni, considerato il reggente della potente cosca ndranghetista “Gallace” di Guardavalle (Catanzaro). L’uomo era latitante da quasi un anno, quando era diventata definitiva la sentenza di condanna per l’inchiesta “Appia” che aveva evidenziato l’influenza del clan nel Lazio. E’ stato individuato in un appartamento, a Isca sullo Ionio, nel Soveratese, insieme alla moglie e alla figlia. Lo stabile, dove era presente una cava di inerti di una locale ditta di produzione di calcestruzzo, era provvisto di un accesso nascosto da una falsa parete posta sotto una specchiera in camera da letto. – continua sotto –
Il boss era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione “Molo 13”, eseguita lo scorso mese di aprile dal Ros di Firenze e dallo Scico della Guardia di Finanza di Catanzaro. Secondo le ipotesi di accusa, Damiano sarebbe stato impegnato nella gestione del traffico internazionale di stupefacenti messo in piedi fra Italia, Sudamerica e Nord Europa. Un’indagine su cui i carabinieri del comando provinciale di Livorno avevano puntato i riflettori sull’infiltrazione della ‘ndrina di Guardavalle in diverse province toscane, dove aveva imposto il monopolio delle ditte “amiche” nel settore del movimento terra.
Un’altra scossa al mondo della mafia dopo le notizie, condivise settimana scorsa, dei blitz di notte di circa 150 agenti di polizia su ordine della Procura antimafia di Palermo a caccia di soggetti appartenenti al clan del latitante Matteo Messina Denaro. L’accusa è quella di essere complici del capo mafia latitante, aiutato a sottrarsi alla cattura e quindi alla carcerazione alla quale è destinato per via degli ergastoli ai quali è stato condannato in questi 28 anni di latitanza. Quest’anno, insieme ad altri boss, sono già stati catturati il super latitante Raffaele Imperiale, il “Narcos Borghese” affiliato alla Camorra da tempo protagonista di massimo livello del traffico internazionale di stupefacenti e del riciclaggio di denaro, e Rocco Morabito detto “Il Tamunga”, considerato il primo broker della droga dei clan calabresi.