Operazione “Tabacco selvatico” tra le province di Brescia, Reggio Calabria e Vibo Valentia, dove i militari dei comandi provinciali bresciani dei carabinieri e della Guardia di finanza, insieme al Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri e al Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) delle Fiamme gialle, col supporto dei rispettivi comandi territoriali, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico di 5 persone ritenute responsabili, in concorso tra loro, di aver detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni e da guerra (pistole e bombe a mano) con la finalità di realizzare un omicidio maturato in un contesto di criminalità organizzata, con l’aggravante di aver agevolato l’attività di una famiglia della ‘Ndrangheta. Eseguite 27 perquisizioni presso persone fisiche ed entità giuridiche coinvolte nell’ambito delle predette investigazioni. – continua sotto –
L’indagine, coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e Antiterrorismo (Dna) con altre operazioni svolte in altre regioni d’Italia, è stata avviata nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento e sequestro di 42 tonnellate di tabacco, di provenienza estera, del valore di circa 8 milioni di euro e di macchinari per la lavorazione del tabacco e il confezionamento di pacchetti di sigarette, operato dal Gruppo Guardia di finanza di Brescia e dalla compagnia carabinieri di Verolanuova. I successivi sviluppi investigativi, curati dal Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle e dal reparto operativo-nucleo investigativo carabinieri di Brescia, hanno condotto ai seguenti risultati: il 30 luglio 2020 ad un arresto per usura; il 4 agosto 2020 al rinvenimento di una bomba a mano di fabbricazione jugoslava, di una pistola Glock calibro 9×21 (provento di furto), di una pistola calibro 22LR clandestina (priva di matricola); il 21 agosto 2020 all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Brescia, nei confronti di due persone responsabili di acquisto, trasporto e detenzione di 57 tonnellate di tabacco lavorato estero di contrabbando, della produzione di sigarette e della contraffazione di marchi, di evasione fiscale per circa 600mila euro, di detenzione e porto di armi clandestine e da guerra; il 24 agosto 2020 all’esecuzione, in Slovenia, dopo l’emissione di un mandato di arresto europeo, dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una terza persona ritenuta responsabile, in concorso agli altri indagati, dei medesimi reati; il 12 settembre 2020 al rinvenimento di una bomba a mano.
Le indagini sono state condotte anche all’estero con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Dcpc (Direzione centrale della polizia criminale), di Europol e di Eurojust. Le risultanze investigative, particolarmente complesse anche perché rivolte ad ambienti di criminalità organizzata impermeabili alle investigazioni, hanno consentito: di raccogliere univoci e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti dei destinatari del fermo in relazione al reato di detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni e da guerra, finalizzato alla realizzazione di un progetto omicidiario rispetto al quale i predetti sono stati individuati, a vario titolo, quali mandanti ed esecutori materiali; di accertare il contesto associativo nel quale è stato maturato il progetto omicidiario, ordito da una famiglia ‘ndranghetistica con base nella provincia di Reggio Calabria, a danno di un pregiudicato di origine calabrese, residente in un’altra provincia del Nord Italia, in passato legato a quella stessa compagine criminale; di evidenziare l’elevata caratura criminale di taluni dei soggetti coinvolti, pienamente e da tempo inseriti nel contesto economico di Brescia, i quali, mantenendo uno stretto legame con il rilevante contesto associativo di origine, partendo da questa provincia, hanno pianificato un attentato derivante da antiche faide. IN ALTO IL VIDEO