E’ stato ritrovato, nel pomeriggio del 27 ottobre, nel fiume Adige, il corpo di Sachithra Nisansala Fernando Mahawaduge Dewendra, la 34enne cingalese che, secondo gli inquirenti, potrebbe aver ucciso le figlie di 3 e 11 anni in una casa di accoglienza nel quartiere Porto San Pancrazio di Verona e che era poi sparita. “Piuttosto che dare le bambine a mio marito le ammazzo e mi ammazzo”. E’ questa la frase che persone vicine alla donna le hanno sentito ripetere spesso. Ed è una frase che la donna ha ripetuto in più occasioni, anche al termine di colloqui con medici che l’avevano sentita più volte per stabilire la sua capacità genitoriale. – continua sotto –
In precedenza era stata trovata sull’argine dell’Adige a Verona, a poca distanza dalla casa di accoglienza “Mamma Bambino”, la borsa della donna cingalese. All’interno della borsa è stato rinvenuto il telefono cellulare della donna, che fin da ieri risultava attivo e che è stato cercato anche con l’utilizzo di uno speciale drone. La scoperta avvenuta sulla riva del fiume, nel quartiere di porto San Pancrazio, aveva avvalorato l’ipotesi, poi diventata realtà, che la donna dopo avere ucciso le due figlie possa avere compiuto un gesto estremo, gettandosi nel fiume.
“Per favore le bambine hanno la febbre, datemi una medicina e poi lasciatele dormire. Oggi non le mando a scuola”. Sono le ultime parole, rivolte ad un’assistente sociale, pronunciate ieri mattina da Sachithra Mahawaduge. Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, ha ricostruito quello che è successo nella struttura comunale ieri mattina. “La signora ha riferito che le due figlie erano indisposte ed ha chiesto un farmaco antinfluenzale. Trascorso un po’ di tempo l’operatrice è entrata in camere ed ha visto le bambine a letto che sembravano dormire, la luce accesa nel bagno. Per questo ha pensato che la madre si trovasse all’interno del bagno ed è uscita dalla stanza”. “Trascorsa una decina di minuti – ha proseguito Sboarina – l’operatrice è tornata nella camera, è entrata in bagno e si è resa conto che non c’era nessuno. A quel punto è andata a controllare le due bimbe facendo la terribile scoperta. Erano già prive di vita”. “La finestra del bagno era aperta e quindi la madre sicuramente si è allontanata da lì” ha concluso Sboarina.
Quanto ai rapporti con il marito e ai motivi che avevano portato all’allontanamento della donna e delle figlie dalla famiglia, si è appreso che le denunce per presunti maltrattamenti nei confronti dell’uomo risultano recentemente archiviate. Le due bambine sono state trovate nei loro letti, si ritiene soffocate dalla madre che poi sarebbe fuggita dalla finestra. Sarà comunque l’autopsia, disposta dal magistrato, a stabilire con precisione le cause della morte. La comunità cingalese e anche l’ex marito hanno lanciato un appello sui social pubblicando la foto della donna con il numero di telefono della Questura di Verona per lasciare eventuali segnalazioni. La Casa famiglia “Mamma e Bambino” è gestita dai Servizi sociali del Comune di Verona e la donna assieme alle due figlie era ospitata da gennaio di quest’anno in seguito a un provvedimento del Tribunale dei Minori di Venezia.