Aversa (Caserta) – Fra gli argomenti affrontati dal Consiglio comunale del 26 novembre c’è stato quello della realizzazione della casa dell’acqua. Una struttura che permetterebbe alla cittadinanza di rifornirsi di acqua, naturale o frizzante, presa dalla condotta pubblica ed ovviamente molto più garantita dal punto di vista igienico sanitario di quelle che sono in vendita nei supermercati e che permetterebbe inoltre di ridurre la quantità di plastica che viene depositata come rifiuto dalla cittadinanza che fa uso di acqua acquistato nei pubblici esercizi. – continua sotto –
L’assessore Elena Caterino, su richiesta di consigliere di maggioranza nel gruppo “La Politica che Serve”, che ha presentato una mozione tendente a sollecitare l’attenzione della Giunta sulla realizzazione della casa dell’acqua, ha dato ampia spiegazione della situazione in cui si trova ad oggi l’argomento previsto – come ha affermato l’assessore – da progetto tecnico migliorativo dalla ditta che ha vinto l’appalto per l’igiene urbana che dovrebbe realizzare due “casette” dall’acqua. Ricordando che è allo studio nell’amministrazione la collocazione delle stesse non nei centri di raccolta (dei rifiuti ndr.) ma in due punti della città, ancora da individuare.
Sicuramente è una notizia gradita per i cittadini ma che dimostra anche come gli amministratori aversani non abbiano ricordo o addirittura ignorino quanto è stato già fatto nel passato. Perché la collocazione della casa dell’acqua, su proposta di Pd e Sel, fu approvata dal Consiglio comunale, all’unanimità, il 23 ottobre 2014 e ad ottobre 2017, anche su sollecitazione di Alfonso Golia, allora consigliere di opposizione esponente del Pd. La Giunta approvò l’istituzione di ben tre case dell’acqua, indicandone le zone in cui sarebbero state collocate e precisamente una a nord, una a sud e la terza nel centro cittadino e più esattamente in via Salvatore di Giacomo nell’area parcheggio antistante il poliambulatorio, a piazza Bernini al parco Coppola e a piazza Marconi cuore del centro storico.
L’operazione, come ricordò all’epoca l’assessore al ramo, sarebbe stata a costo zero per l’amministrazione comunale perché gli oneri di installazione e gestione degli impianti sarebbero stati totalmente a carico del soggetto che avrebbe fornito il servizio. Nell’annunciare la realizzazione delle tre case dell’acqua, l’assessore dell’epoca ricordava anche che l’acqua erogata sarebbe stata prelevata direttamente dall’acquedotto comunale, sarebbe stata microfiltrata, refrigerata e controllata, in maniera costante e continua dall’ufficio municipale preposto al controllo della acqua della condotta idrica cittadina, offrendo garanzie di sicurezza maggiori di quelle che possono essere date per le acque vendute negli esercizi pubblici. Inoltre, annunciava che il costo dell’acqua, naturale o frizzante, sarebbe stato inferiore ai 5 centesimi al litro. – continua sotto –
Fatte queste considerazioni, viene logico chiedersi dov’è la novità che propone l’amministrazione e perché i consiglieri che all’epoca erano presenti nell’Assise cittadina non avessero sollecitato in maniera efficace l’amministrazione dell’epoca a mettere in atto quanto approvato in Giunta. Considerando che la casa dell’acqua è presente, da anni, in tanti comuni che circondano Aversa viene logico pensare che gli amministratori della città abbiano come unico obiettivo quello di mettersi in mostra, avanzando proposte, mozioni, progetti che dopo aver preso spazio sui media locali finiscono nel dimenticatoio.