Camorra, l’omicidio di Crescenzo Laiso: un altro arresto a San Marcellino

di Redazione

A San Marcellino (Caserta), i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di Maurizio Zammariello, affiliato alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi, gravemente indiziato dell’omicidio di Crescenzo Laiso (nella foto), il trentunenne ucciso a Villa di Briano nel pomeriggio del 20 aprile 2010. – continua sotto – 

Originario di Trentola Ducenta, Laiso fu freddato dai suoi assassini mentre era alla guida di una Smart, in via Castagna, a Villa di Briano. Cercò di sottrarsi al fuoco dei killer, sopraggiunti in sella ad una motocicletta, abbandonando l’auto e scappando a piedi, ma fu raggiunto da una raffica di proiettili che non gli lasciò scampo. Dall’esame autoptico emerse che la vittima era stata attinta da ben 13 colpi d’arma da fuoco.

Per l’omicidio sono già stati condannati Nicola Schiavone (figlio dello storico capoclan Francesco “Sandokan”), Francesco Barbato e Mario Iavarazzo, 46 anni, tutti collaboratori di giustizia, nonché Mirko Ponticelli, 34, Nicola Della Corte, 50, e Bartolomeo Cacciapuoti, 47, responsabili, a vario titolo, del delitto.

La convergenza tra le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia e le progressioni investigative ha consentito di individuare nello stesso Zammariello, Iavarazzo, Della Corte e Cacciapuoti coloro che fornirono supporto logistico al commando e parteciparono attivamente alle ricerche di Laiso, segnalandone gli spostamenti ai killer, ossia a Ponticelli (conducente della motocicletta) e Barbato. Sempre dalle dichiarazioni acquisite dai collaboratori giustizia e dai risultati delle investigazioni eseguite è emerso che ad ordinare il raid fu Nicola Schiavone poiché Laiso aveva commesso errori nella gestione dei proventi delle estorsioni, trattenendo per sé buona parte del denaro, senza versarlo nella cassa comune del clan. Un comportamento che, secondo quanto riferito da Schiavone, avrebbe potuto provocare una faida con l’altra fazione guidata dall’allora superlatitante Michele Zagaria, egemone proprio a Trentola Ducenta, dove Laiso invece aveva ambizioni di “comando”. – continua sotto – 

Circa un anno prima di essere ucciso, nel luglio 2009, Crescenzo Laiso fu arrestato, insieme al fratello di Salvatore, detto “Chicchinoss” (poi scarcerato), poiché ritenuti responsabili di episodi estorsivi a Trentola e Parete per conto del clan dei casalesi. Con loro furono arrestate altre cinque persone, tra cui Ciro Ruffo, che si suicidò l’8 dicembre 2009 nel carcere di Alessandria, e Salvatore Ricciardi, ucciso in un agguato il 19 marzo 2009: il suo corpo fu bruciato nelle campagne fra Teverola e Santa Maria Capua Vetere.

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