Dopo 18 anni viene fatta luce sul duplice omicidio di Sebastiano Caterino e Umberto De Falco, uccisi a Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, il 31 ottobre 2003. Otto persone, quasi tutte già detenute, sono state raggiunte, stamani, da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli ed eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta. – continua sotto –
Tra i destinatari dell’ordinanza ci sono l’ex superlatitante Michele Sagaria, 66 anni, detenuto nel carcere di Sassari; Francesco Schiavone, 69 anni, alias “Cicciariello” (nella foto), cugino omonimo del capoclan detto “Sandokan”, detenuto a Novara; Enrico Martinelli, 57, detenuto a Parma; Giuseppe Caterino, 67, detenuto a Viterbo; Corrado De Luca, 54, detenuto a Milano-Opera; Pasquale Spierto, 54, detenuto a Sulmona (L’Aquila); Claudio Virgilio, 44 anni, detenuto a Palmi (Reggio Calabria); Agostino Moronese, 52 anni.
All’inizio degli anni 2000, conclusasi la “faida di Villa Literno” tra i Bidognetti ed il gruppo Ucciero/Tavoletta e dopo le vicende processuali che avevano condotto all’arresto di capi nonché di numerosi affiliati del clan dei Casalesi, la fazione Schiavone si ricompattò intorno alla figura di Francesco Schiavone “Cicciariello”. Quest’ultimo, uscito dal carcere di Spoleto e dopo aver assunto la direzione criminale del clan, volle immediatamente riaffermare l’egemonia dei casalesi nei confronti di coloro che ne avevano ostacolato l’ascesa; tra questi Sebastiano Caterino (classe 1955) che, scarcerato nel maggio 2002 e stabilitosi a Santa Maria Capua Vetere, costituì un gruppo autonomo, di cui faceva parte anche Umberto De Falco (classe 1971).
La mattina del 31 ottobre 2003 le vittime si trovavano a bordo della Volkswagen “Golf” Gti, condotta da Sebastiano Caterino, la cui marcia veniva sbarrata da un’Alfa 166 consentendo il sopraggiungere di un’altra autovettura dalla quale scendeva, entrando in azione, il commando di killer che esplodeva numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo delle vittime. I carabinieri, accorsi sul posto, rinvennero Sebastiano Caterino ormai deceduto mentre Umberto De Falco, gravemente ferito, moriva qualche ora dopo, in ospedale. Nel corso del sopralluogo furono repertati decine di bossoli riconducibili ad armi da guerra, mentre le autovetture utilizzate dai killer vennero successivamente ritrovate carbonizzate a San Tammaro e a Grazzanise. IN ALTO IL VIDEO