Aversa, il Tribunale di Napoli Nord a rischio smembramento per carenza di personale

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Rischio smembramento per il Tribunale di Napoli Nord che potrebbe perdere i comuni rientranti nei mandamenti di Trentola Ducenta (a vantaggio di Santa Maria Capua Vetere) e di Casoria e Afragola (a favore di Napoli). Una decisione che potrebbe essere adottata per l’incapacità di garantire il numero di magistrati e di addetti previsto nella pianta organica di quello che è tra i primi dieci tribunali d’Italia per bacino di utenza. – continua sotto –  

Il Tribunale di Napoli Nord nacque, nella primavera del 2013 quando il ministero, all’epoca guidato dalla ministra Anna Maria Cancellieri, prese atto dell’impossibilità di realizzare quello di Giugliano in Campania, poiché per circa 15 anni la relativa istituzione era rimasta solo sulla carta. Grazie alla disponibilità ad Aversa di locali adeguati, nel cosiddetto “Castello Aragonese”, all’epoca adibito a scuola di polizia penitenziaria, si decise di localizzarlo in città, attribuendo giurisdizione, oltre che sui mandamenti che originariamente ne facevano parte, ossia Casoria, Afragola, Frattamaggiore e Marano, anche quello di Aversa, nella quale era stato già accorpato quello di Trentola Ducenta. Nella necessità di attivarlo, tra l’altro in un periodo di revisione della cosiddetta “geografia giudiziaria”, il Tribunale di Napoli Nord è stato munito di una pianta organica che all’epoca sì auspicava adeguata rispetto alle esigenze.

Successivamente, invece, ci si è resi conto che, quantunque attivato con la cosiddetta regola del “carico zero”, la situazione è vicina al collasso. Non a caso, recentemente, il presidente del tribunale, Luigi Picardi, ha diffuso un report statistico dal quale emerge che a fronte di una popolazione pressoché simile, Napoli 1 milione e 300mila abitanti e Napoli Nord circa 990mila, ma il primo ha una pianta organica di 330 magistrati mentre il secondo di 88. Questo, purtroppo, comporta il rischio che, oberati di lavoro, i magistrati di Napoli Nord, in assenza di rinforzi, considerino quella di Aversa come occasione per il primo incarico, il trampolino per passare in sedi meno faticose.

Al vetriolo le dichiarazioni dell’ex sottosegretario alla Giustizia Pasquale Giuliano, ritenuto il “padre” del tribunale aversano: «Ci sarebbe da rimarcare, per sgomberare il campo da qualsiasi strumentale e ormai annoso attacco, intriso di una vendicativa acredine non disgiunta da sete di potere, che è solo un “semplice” problema di adeguamento del personale magistratuale ed amministrativo rispetto alle rilevanti dimensioni del circondario, alla sua popolosità e al suo indice di litigiosità e di criminalità. Tanto per sottolinearlo, l’organico attuale è pressoché la metà rispetto a quello che ad esso spetterebbe rispetto a quello di Napoli e a quello di Santa Maria». «Ci sarebbe anche da fare presente (unica buona notizia) – continua l’ex senatore – che, finalmente, inizieranno a brevissimo anche i lavori per l’aula bunker, tra le più moderne d’Italia, e che è stata scellerata e disastrosa la scelta di destinare una significativa parte dell’ex Opg a carcere, da me invece ipotizzata a servizio a complemento del Tribunale. All’epoca, per tale soluzione, presentai anche delle planimetrie al Ministero della Giustizia e successivamente, dopo l’annuncio, inviai anche una lettera di motivata protesta all’allora ministro Orlando».

«A fronte delle difficoltà che vive l’amministrazione della giustizia nel circondario di Napoli Nord, – ha dichiarato il presidente della Camera Civile di Aversa, Carlo Maria Palmiero – caratterizzata dalla grande abnegazione del personale a fare fronte in modo estremo alle richieste dell’utenza ed a fronte della disponibilità dell’amministrazione di Aversa concedere nuovi immobili, prestigiosi e capienti, nei quali ospitare il giudice di pace circondariale nonché la cancelleria e le aule di udienza, assistiamo all’assenza di dialogo costruttivo è concreto con il ministero, che teniamo essere alimentato, il non dialogo, dalla volontà di scorporare e frammentare aree integranti del circondario, figlie di un’unica conurbazione e di comuni valori, perlopiù l’area del tribunale coincide con quella della diocesi di, per inutili gare di primazia territoriale». «Ci opponiamo fermamente – ha concluso Palmiero – a progetti che prevedono l’accorpamento dei comuni a ridosso di Casal di Principe nel circondario di Santa Maria Capua Vetere alla cui realtà territoriale quel contesto è estraneo, essendo parte della conurbazione e della comunità aversana, nonché l’attribuzione a Napoli città dei mandamenti di Casoria e Afragola, nonostante il parere contrario anche di coloro che, provenienti da dette aree, oggi rappresentano la categoria forense».

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