Santa Maria Capua Vetere (Caserta) – In Piazza del Teatro a Weimar giganteggiano, rese eterne dal bronzo, le figure di Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) e Friedrich Schiller (1759–1805), massimi esponenti del Classicismo tedesco. Il programma di questo movimento culturale, che raggiunse il suo apice nel 1789, consisteva, essenzialmente, non nella semplice imitazione del mondo greco, ma in un vero e proprio dialogo con una civiltà che – come scrive Schiller nella VI delle Lettere sull’educazione estetica dell’uomo – sapeva «unire la giovinezza della fantasia e la virilità della ragione in una splendida umanità» e che dava spunti per una autocostruzione e autocomprensione del sé all’uomo tedesco. – continua sotto –
Ed è proprio su questo modo di recepire e di leggere il mondo classico da parte della Germania, che si concentrerà il convegno dal respiro internazionale, intitolato “Deutschland und Hellas”, organizzato dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (DiLBeC) dell’Università degli Studi della Campania “Vanvitelli”, curato dal professor Claudio De Stefani, dal professor Giovanni Morrone e dalla professoressa Cristina Pepe. La due giorni di studi, il 13 e il 14 dicembre, si articolerà in cinque sessioni: “Età della fondazione dell’AltertumSwissenschaft”; “A cultural obsession?”; “Per una storia universale della grecità”; “Revisioni del classicismo”; “Vecchie e nuove frontiere dell’AltertumSwissenschaft tra XIX e XX secolo”.
Per ognuna di queste tappe ci saranno, rispettivamente, i seguenti relatori: Heinz-Günther Nesselrath, Maria Luisa Chirico, Rosanna Cioffi, Balbina Bäbler, Giovanni Morrone, Leonardo Pica Ciamarra, Sotera Fornaro, Giovanna Pinna; Domenico Conte (preside sessione), Silvia Caianiello, Giampiero Moretti, Giancarlo Magnano San Lio, Santi Di Bella; Edoardo Massimilla, Andreas Urs Sommer, Bernhard Arnold Kruse, Cristina Pepe; Giovan Battista D’Alessio (preside sessione), Claudio De Stefani, Claudio Buongiovanni, Gianluca Del Mastro e Matilde Civitillo. Due giornate ricche di contributi e di riflessioni che hanno come obiettivo quello di scrutare gli occhi della “Germania filellenica”, “grecomane”, per indagare quella che è divenuta, in realtà, la cultura tedesca.
“L’idea su cui si basa questo convegno, ovvero quella di ricostruire la storia della cultura tedesca a partire da una ricognizione sui confini interni ed esterni, – afferma il professor Morrone – è partita dal primo convegno che abbiamo organizzato sulla Germania e l’Oriente. In quell’occasione l’oggetto dell’indagine era l’Orientalismo tedesco, quindi l’indagine verteva sul confine esterno dello spirito tedesco. Ora, con Deutschland und Hellas, proveremo a indagare il confine interno, cioè quel peculiare e intimo nucleo identitario della cultura occidentale rappresentato dalla cultura greca, dalla sua ricezione e dal modo di rapportarsi che la cultura tedesca ha maturato nei suoi confronti. È evidente che qui non parliamo della Grecia ma di uno specifico modo di essere, di autocomprendersi da parte della cultura tedesca. In realtà, – conclude – si tratta di un’indagine sulla storia della cultura tedesca piuttosto che sull’essenza dell’antichità classica”. CLICCA QUI per visionare il programma completo