“Un sistema collaudato, con ruoli ben definiti e metodologie ormai rodate in anni di attività, creato allo scopo di ottenere bandi di gara di comodo e ritagliati sulle esigenze privatistiche degli imprenditori coinvolti nel settore della raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti urbani, in relazione ad appalti anche di centinaia di milioni di euro”. E’ quanto emerso da un’indagine, coordinata dalla Procura antimafia di Napoli, e condotta dai carabinieri del Nucleo Tutela Ambientale, che stamani ha portato all’arresto del sindaco del comune casertano di Curti, Antonio Raiano, del comandante della Polizia municipale, Igino Faiella, dell’imprenditore Carlo Savoia, originario di Sant’Arpino, e di altri indagati in un’inchiesta su appalti nel settore dello smaltimento rifiuti nel Casertano e nel Napoletano. – continua sotto –
Oltre a Savoia, finito in carcere, a Raiano e Faiella, sottoposti ai domiciliari, sono stati tratti in arresto Gennaro Cardone, Marcello Iovino e Giuseppe D’Auria, anch’essi ai domiciliari; misura poi revocata per mancanza di esigenze cautelari. Divieto di dimora in provincia di Caserta per Anna Scognamiglio ed Ernesto Scamardella. Le accuse, a vario titolo, sono di “turbata libertà degli incanti”, “turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente”, “falsità in atti pubblici”, in particolare di verbali nomina di Commissioni giudicatrici di gare ed “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”. Savoia e Cardone sono difesi dall’avvocato Raffaele Costanzo, D’Auria dall’avvocato Alberto Martucci, Faiella dagli avvocati Gennaro Iannotti e Dario Pepe, Scognamiglio dall’avvocato Michele Riggi, Vitale dall’avvocato Raffaele Mascia.
Nell’ordinanza, firmata dal giudice per le indagini preliminari Ambra Cerabona, si legge che l’indagine si è sviluppata in due filoni distinti: “Il primo – spiega il gip – ha consentito di accertare una attività di manipolazione, da parte di Savoia e del suo entourage, delle gare pubbliche per la raccolta dei rifiuti bandite da alcuni comuni dell’hinterland napoletano; l’altro ha consentito di accertare anche un sistema di illecito traffico di rifiuti successivo alla aggiudicazione della gara bandita dal Comune di Curti. Le indagini relative all’illecito condizionamento degli appalti pubblici per la gestione dei rifiuti nei comuni di Caserta, Aversa, Cardito e Lusciano, sono compendiate nella informativa dei CC Tutela ambientale n.65/420 del 24.6.2019, mentre la informativa del 3.11.2017 rappresenta la sintesi dell’attività investigativa svolta con riferimento all’affidamento del servizio di raccolta di rifiuti nel Comune di Curti e del successivo traffico illecito di rifiuti. Le indagini, quindi, hanno consentito di disvelare una pluralità di reati contro la pubblica amministrazione, e turbative nel procedimento di scelta del contraente, nei diversi comuni nei quali Savoia ha partecipato, con la sua azienda, la Xeco srl, alle gare bandite per l’assegnazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani”.
“Le investigazioni, consistite in operazioni di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nell’escussione di persone informate dei fatti e nell’acquisizione di copiosa documentazione, anche attraverso l’attività di perquisizione, hanno consentito – si legge ancora nell’ordinanza – di delineare la sussistenza di una sistematica illecita ingerenza del Savoia nella cosa pubblica attraverso la materiale predisposizione dei bandi di gara così da agevolare le sue aziende di riferimento tra cui la Xeco srl. In particolare Savoia si è avvalso della collaborazione di alcuni dipendenti che redigendo materialmente, sotto le sue direttive, i bandi di gara dei comuni di Caserta, Aversa, Santa Maria Capua Vetere, Cardito, Lusciano, Pimonte e Sant’Arpino, con la partecipazione a vario titolo di altri soggetti pubblici e privati che, pure, hanno direttamente concorso nella realizzazione delle illecite condotte in contestazione, è riuscito nel biennio 2016/2018 ad asservire a suo vantaggio Uffici Pubblici preposti alla cura ed al buon andamento della pubblica amministrazione. Vengono in rilievo in particolare le figure Cardone Gennaro, quasi un alter ego di Savoia, che coadiuva e coordina l’attività di Scognamiglio Anna, dipendente di Savoia, e delegata alla materiale redazione dei bandi. Tale specifica competenza della Scognamiglio, è stata condivisa, sino al mese di agosto 2017, con il collega Scamardella Ernesto, successivamente allontanatosi dall’azienda”. – continua sotto –
“L’attività di indagine – si legge ancora – è, quindi, consistita in intercettazioni ambientali disposte negli uffici della società di Savoia e nell’autovettura nella disponibilità di questi, ed in intercettazioni telefoniche sulle utenze telefoniche tutte intestate ed in uso a Savoia, che hanno consentito di acquisire, sostanzialmente in diretta, l’attività illecita finalizzata a turbare la scelta dei contraenti di numerose gare di appalto, nonché l’andamento delle gare stesse. Particolarmente significativa è, poi, la circostanza che il contenuto delle intercettazioni (peraltro già assai chiaro), ha trovato un formidabile riscontro nell’esito delle perquisizioni effettuate a carico degli indagati e delle acquisizioni documentali che ne sono conseguite. In particolare, nell’hard disk esterno sequestrato presso l’abitazione della dipendente Scognamiglio Anna veniva rinvenuta una cartella denominata ‘Gare 20162018’, all’interno della quale erano memorizzate numerose directory, intestate per anno, con l’indicazione del comune di riferimento, contenenti i file dei bandi di gara, nelle varie versioni e con le successive correzioni. I bandi rinvenuti, nella loro versione definitiva, sono risultati nella sostanza assolutamente corrispondenti a quelli pubblicati dai comuni coinvolti. Si è, quindi, acquista la certezza del modus operandi già emerso dal contenuto delle intercettazioni per cui Savoia, ed il suo entourage, sostanzialmente redigeva i bandi di gara, relativi a numerosi Comuni delle province di Caserta e Napoli, e che ovviamente erano ‘cuciti’ addosso alle caratteristiche tecniche delle società riconducibili a Savoia, tra tutte il Consorzio Cite in una prima fase e la società Esi s.r.l. in una seconda fase (quest’ultima consorziata spesso con la Energeticambiente s.r.l.)”.
Secondo gli investigatori, come scrive il gip, “l’associazione veniva costituita per volontà di Carlo Savoia – che la organizzava – all’interno degli uffici della Xeco s.r.l. (società riconducibile al Savoia), ubicati nel Centro Direzionale di Napoli, isol. E7, per procedere alla sistematica turbativa di almeno 44 gare indette dai seguenti comuni: Aversa, Cellole, San Marcellino, Gaeta, Casandrino, Frattamaggiore, Pollena; Arzano; Caserta; Carife; Paduli; Arienzo; Cancello e Arnone; Carinaro, Casaluce; Casapesenna; Falciano; Gricignano D’Aversa, Lusciano, Maddaloni, Roccamonfina, San Prisco; Santa Maria Capua Vetere; Sant’Arpino, Sessa Aurunca; Succivo; Villa Di Briano, Villa Literno; Lagonegro; Minturno; Volla; Acerra; Afragola; Caivano; Cardito; Casalnuovo; Casandrino, Lacco Ameno; Marano; Marigliano, Pimonte; Eboli; Giffoni Vallepiana”. Gare “rivolte alla aggiudicazione di importanti appalti indetti da altrettante stazioni appaltanti principalmente della provincia di Caserta e di Napoli, nel settore della raccolta e dello smaltimento di rifiuti solidi urbani”.
“In particolare, – continua l’ordinanza – le condotte delittuose consistevano nel predisporre i capitolati speciali di gara ed i relativi bandi per conto delle stesse amministrazioni appaltanti, nel consegnare i documenti così predisposti dagli associati alle stazioni appaltanti (nelle persone di taluni funzionari o esponenti politici collusi con gli associati, taluni dei quali non ancora identificati), nel partecipare alle gare di appalto dichiarando di possedere i requisiti tecnici richiesti dal bando e nell’aggiudicarsi le relative gare, in forza della precostituzione dei punteggi tecnici previsti dal bando rispetto alle caratteristiche tecniche del servizio che gli stessi associati avevano indicati nella iniziale predisposizione del bando, così da avere certezza dell’esito vittorioso dell’incanto. In cambio di tale condotta, essi – nella persona del Savoia corrispondevano utilità alle persone con loro colluse, talune delle quali ancora in corso di identificazione”. – continua sotto –
“Ciascuno degli associati – si legge ancora – agiva sistematicamente secondo i seguenti ruoli: Savoia Carlo, con il ruolo di promotore e di organizzatore del sodalizio, con compiti di allacciare i rapporti collusivi con le stazioni appaltanti, di ideare i bandi ed i capitolati speciali in luogo delle pubbliche amministrazioni, di impartire direttive ai suoi collaboratori (Scognamiglio, Cardone e Scamardella) per la materiale predisposizione del bandi e dei capitolati, nel corrispondere le dazioni corruttive ai funzionari o esponenti politici collusi; Vitale Pasquale, con il ruolo di fungere da intermediario fra il Savoia ed alcuni esponenti politici di stazioni appaltanti (soprattutto il Comune di Caserta, nella persona del sindaco pro tempore Carlo Marino), allo scopo di facilitare e garantire la piena riuscita del rapporto collusivo dell’associazione con gli esponenti delle stazioni appaltanti; – Cardone Gennaro, Scamardella Ernesto e Scognamiglio Anna con il ruolo di materiali esecutori delle direttive illecite di Savoia, in particolare provvedendo essi alla formazione materiale della documentazione illecita, alla loro conservazione ed alla loro conseguente distruzione in archivi digitali riservati, tenuti dalla Scognamiglio”.
Il caso di Curti – Per quanto riguarda il coinvolgimento del sindaco di Curti, i fatti contestati risalgono al giugno 2017. Secondo gli investigatori, sarebbero emersi accordi diretti e collusioni tra il sindaco Raiano, il comandante della Polizia municipale, Faiella, e Savoia, gestore di fatto della Xeco srl, risultata affidataria del servizio di rimozione dei rifiuti urbani abbandonati nei pressi del Cimitero di Curti. “Il sindaco Raiano – si legge – disponeva che la Xeco ponesse in essere le attività ‘propedeutiche’ di caratterizzazione e classificazione dei rifiuti per un importo pari ad euro 12.000 e contemporaneamente anticipava di fatto al Savoia in conversazioni private l’assegnazione del più lucroso servizio di smaltimento, di fatto informandolo, in modo anticipato ed esclusivo, della prossima emissione di provvedimenti amministrativi al riguardo e favorendolo nella preparazione della proposta”.
Poi “con con successiva richiesta di preventivo a firma del Faiella in data 28.3.2017, indirizzata con preavviso di poche ore a sei imprese fra le quali la Xeco (quest’ultima, però di fatto già informata da alcuni giorni per vie riservate ed attraverso contatti diretti fra Savoia e Raiano), il Comune invitava a presentare proposta per lo smaltimento dei rifiuti suindicati, richiedendo prezzo unitario per tonnellata, nella consapevolezza che si trattava di un quantitativo pari ad almeno 485 tonnellate”. Ancora, “con successiva ordinanza n. 11 del 31.3.2017 definita ‘contingibile ed urgente’ a firma del Sindaco, si disponeva l’affidamento delle attività sopra indicate alla Xeco s.r.l. al prezzo di 175 euro per tonnellata. Così di fatto eludevano, inoltre, quanto deliberato in un primo momento con la citata determina n. 17 del 16.2.2017, che non aveva disposto (prima dell’intervento della Xeco) l’assegnazione della complessiva attività di rimozione e smaltimento sul pretesto che la proposta della impresa Dasty Ecological Service superasse la soglia di 40.000 euro (soglia che imponeva l’intervento della Centrale Unica di Committenza), posto che tale limite veniva ampiamente superato in via di fatto per la Xeco s.r.l. (il cui preventivo era di un valore complessivo pari ad almeno 84.875 euro, poi ulteriormente lievitato) e turbavano il procedimento amministrativo volto a stabilire la corretta procedura di scelta del contraente per il servizio suindicato, al fine di condizionare la scelta del contraente a favore della citata società controllata dal Savoia”.
Inoltre, sempre secondo gli inquirenti, Savoia e Faiella, in concorso con altri indagati, avrebbero, “al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l’allestimento di uomini, mezzi e attività continuative organizzate, gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti (pari ad almeno 1100 tonnellate) ed in particolare trasportavano e smaltivano presso impianti non autorizzati a ricevere 12 quella tipologia di rifiuti e, comunque, gestivano abusivamente rifiuti abbandonati nei pressi del Cimitero Comunale di Curti, costituiti da “rifiuti urbani” appartenenti alla famiglia dei CER (codice europeo rifiuti) 20 00 00, attribuendo falsamente a questi i codici di comodo appartenenti alle famiglie dei “rifiuti speciali” (CER 19 00 00 e CER 17 00 00), al fine di simulare una inesistente ovvero illecita attività di messa in recupero, piuttosto che quella, corrispondente alla tipologia di rifiuti, di smaltimento, nonché smaltendo in modo totalmente abusivo un ulteriore ingente quantitativo di “rifiuti combusti misti a terra”, nella specie omettendo di indicare la presenza degli stessi nei Fir, rifiuti che, invece, venivano rinvenuti in parte abbandonati presso il sito della Fontedil”.