Confcommercio stima che la crisi dei mercati del gas e dell’elettricità, unita all’inflazione del primi mesi del prossimo anno, porterà a un caro bollette di 11 miliardi per le famiglie, mentre imprese ed esercenti nel 2022 dovranno affrontare un aumento del 40% dei costi da sostenere. Secondo la Confederazione, nel 2020 ogni famiglia spendeva in media 1.320 euro per l’energia elettrica e il gas, mentre nel 2021 la spesa è salita a 1.523 euro. Per il 2022 si ipotizza un peso ancora superiore per le tasche degli italiani, con una spesa media di quasi 1.950 euro. Si tratta di più di 420 euro di differenza rispetto a quest’anno, con un +6,1% sulla spesa totale annuale delle famiglie. – continua sotto –
Per far fronte alla crescita esponenziale dei prezzi di luce e gas, il governo Draghi ha approvato un pacchetto di circa 3,7 miliardi nella legge di Bilancio, al quale si aggiunge un ulteriore miliardo per permettere una rateizzazione dei pagamenti. Ma a quanto ammonteranno in definitiva questi rincari? Lo comunicherà l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) nel pomeriggio del 30 dicembre. Il presidente dell’authority Stefano Besseghini ha ipotizzato un aumento del 50% per la luce e al 40% per il gas.
Per il primo trimestre del 2022 il governo ha già varato un pacchetto “corposo” di interventi che però a quanto pare richiederebbero ancora del tempo per essere messi a punto. Tra le ipotesi c’è quella di “sterilizzare” gli oneri di sistema, già in parte ridotti. Questa operazione richiede, però, risorse che devono ancora essere trovate. Intanto, come ha sottolineato Draghi nella conferenza stampa che si è tenuta poco prima di Natale, “ci sono i grandi produttori e venditori di energia che stanno facendo profitti fantastici. Dovranno partecipare al sostegno al resto dell’economia: anche loro devono aiutare il resto delle famiglie”.
La Manovra 2022 ha messo sul piatto cinque interventi di rilievo. Per annullare il costo degli oneri di sistema del settore elettrico per le famiglie e le piccole imprese con fornitura fino a 16,5 KW, sono stati messi in campo 1,8 miliardi. A questi si aggiungono gli interventi sul gas: 480 milioni per ridurre gli oneri di sistema e altri 500 per ridurre al 5% l’Iva sugli usi civili – ad esempio per il riscaldamento domestico – e industriali. Restano però fuori da queste misure gli autotrasportatori che scontano sul metano ancora un’Iva “piena”. Ci sono poi i 912 milioni di euro messi a disposizione per gli interventi sociali in favore delle famiglie svantaggiate e degli utenti in gravi condizioni di salute. Risorse, queste, che copriranno solo alcuni mesi. Se il prezzo del gas non calerà, serviranno nuove risorse. – continua sotto –
Anche le previsioni del presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, non sono rosee: “Dati gli aumenti in corso, in assenza di interventi del governo avremmo un aumento del 61% per il gas, per l’elettricità del 45%, con una spesa complessiva su base annuale nel 2022 dai 700 ai 1.200 euro in più a famiglia. Con gli interventi per ora annunciati (3,7 miliardi) più il ripetersi di quanto fatto prima (5 miliardi) l’aumento sarà del 40% per il gas e per l’elettricità del 28% con una spesa di 770 euro in più a famiglia”.