Figura anche il sindaco di Caserta, Carlo Marino, del Pd, tra gli indagati nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sui bandi di gara per i rifiuti “aggiustati” in numerosi Comuni delle province di Caserta e Napoli, per aggiudicarli all’imprenditore Carlo Savoia di Sant’Arpino, da anni operante nel settore dei rifiuti (leggi qui i dettagli). – continua sotto –
Dall’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Ambra Cerabona, emerge come l’attuale sindaco di Caserta, rieletto al secondo mandato ad ottobre sia indagato per il reato di turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente, perché – secondo la Dda e i carabinieri del Noe che hanno realizzato le indagini – “attraverso ripetuti incontri riservati e contatti telefonici con Vitale (altro indagato non raggiunto da misura ed anche con Savoia, si prestava a ricevere i documenti di gara fraudolentemente preparati da quest’ultimo e dai suoi collaboratori, contribuendo altresì a fornire suggerimenti sulle modifiche da effettuare, per rendere la bozza più funzionale agli interessi degli aspiranti all’aggiudicazione dell’appalto”.
Per gli inquirenti Pasquale Vitale, avvocato ed ex presidente del Cda di “Agrorinasce “, un consorzio che si occupa di beni confiscati nel Casertano, faceva da trait d’union tra Savoia e il sindaco Marino. Alla fine l’appalto, la cui gara si svolse nel 2018 davanti alla stazione appaltante dell’Asmel, non fu aggiudicato. Sia per Vitale che per Marino non sono state chieste misure cautelari. Nell’ambito della stessa indagine, nel novembre 2018, a Marino, allora al primo mandato da sindaco, furono perquisiti studio e abitazione.