Costringevano giovani donne romene a prostituirsi e, tra l’altro, si rendevano autori di furti di rame nella provincia di Caserta. Nella giornata del 23 dicembre gli agenti del commissariato di Polizia di Roma-Viminale, insieme alla Squadra mobile di Napoli, e sotto il coordinamento della Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno tratto in arresto due uomini di origine rumena – G.N.D., 28 anni, D.C., 36 – e sottoposto ad obbligo di dimora la 21enne R.A.M., loro connazionale, con le accuse, a vario titolo, di favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione ed estorsione, oltre che (per il solo D.C.) di furto. – continua sotto –
Le indagini avevano origine, nell’agosto di quest’anno, dalla querela sporta da una giovane rumena, R.A.M., che figura comunque tra gli arrestati, vittima di sfruttamento della prostituzione, la quale rivelava le condotte subite da parte dei due indagati, D.C. e G.N.D., suoi connazionali. Emergeva che la donna, dopo essere riuscita a sottrarsi al controllo degli sfruttatori, era stata sequestrata, insieme al proprio figlio minore, per essere nuovamente costretta a prostituirsi con clienti reperiti tramite annunci su siti web d’incontro. Gli accertamenti confermavano il racconto della vittima e consentivano di identificare i suoi sfruttatori, in particolare tramite intercettazioni: l’ascolto delle conversazioni registrate sulle utenze in uso ai due uomini permetteva, infatti, di documentare che l’intera organizzazione fosse a loro riconducibile.
I due imponevano le “tariffe” da applicare ed i tempi di ricezione dei clienti, istruendo le donne su cosa dire nel corso delle conversazioni con questi; gestivano gli aspetti logistici ed organizzativi, prendendo in locazione gli appartamenti ed occupandosi della pubblicazione degli annunci sui vari siti internet; e si appropriavano del denaro provento dell’attività di prostituzione, per poi dare una quota alle giovani o utilizzare le somme per il pagamento degli affitti delle abitazioni o per la manutenzione delle autovetture utilizzate per gli spostamenti.
Nel corso dell’attività investigativa è emerso che la giovane R.A.M., pur essendo in stato di gravidanza, veniva comunque indotta alla prostituzione dai due connazionali. La donna, dopo aver partorito, appena dimessa dall’ospedale, ricominciava a prostituirsi e, per farlo, abbandonava il neonato alle cure, rimasto in custodia di un bambino di appena dieci anni, figlio di uno degli sfruttatori. Proprio durante le indagini emergeva che D.C., insieme ad altre persone al momento in corso di identificazione, si era reso anche responsabile del furto di ingenti quantitativi di rame in provincia di Caserta. – continua sotto –
Sulla scorta degli elementi acquisiti, la Procura chiedeva al gip, ottenendola, la custodia cautelare in carcere per i due uomini, e la misura dell’obbligo di dimora per la madre del neonato poiché resasi autrice, a sua volta, di concorso nello sfruttamento della prostituzione di altre due giovani ragazze.