Cts propone quarantena di 5 giorni per vaccinati con terza dose in caso di contatto positivi. Nature: “Contro Omicron occorre booster”

di Redazione

Riduzione della quarantena a 5 giorni e tampone per i vaccinati con terza dose (booster) – non impiegati nei servizi essenziali – che vengono a contatto con una persona poi risultata positiva. E’ questo l’orientamento del Cts, che si è riunito oggi per fornire un parere sul tema delle nuove regole per le quarantene. Nel caso dei positivi, basterà una quarantena di 7 giorni (invece degli attuali 10 giorni previsti) e un tampone negativo. – continua sotto – 

Una circolare del Viminale invita i prefetti a intensificare i controlli in vista di Capodanno. In particolare viene chiesto di verificare il rispetto delle norme anti-Covid, il divieto di feste nei locali e all’aperto e l’uso della mascherina. E la campagna vaccinale prosegue: martedì effettuate 619mila somministrazioni, come riferito dalla struttura commissariale del generale Francesco Figliuolo.

Nature: “Due dosi non bastano contro Omicron, occorre booster” – Due dosi di vaccino non bastano per neutralizzare la variante Omicron del Covid-19, ma il booster a mRna è molto più efficace nel contrasto al virus. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nature. “Segnaliamo una quasi totale mancanza di attività neutralizzante contro Omicron nei sieri policlonali di individui vaccinati con due dosi del vaccino BNT162b2 Covid-19 e da individui convalescenti, così come la resistenza a diversi anticorpi monoclonali in uso clinico. – si legge nello studio – Tuttavia, le immunizzazioni di richiamo mRNA in individui vaccinati e convalescenti hanno portato a un aumento significativo dell’attività neutralizzante del siero contro Omicron”.

Da Usa: “Test antigenici meno efficaci per individuare Omicron” – La Food and Drug Administration mette in guardia dai test antigenici, che potrebbero essere meno efficaci nell’individuare la variante Omicron. “I dati preliminari indicano che i test antigenici possono rilevare la variante Omicron ma potrebbero avere una minore sensibilità”, afferma la Fda, ricordando come i test antigenici “sono generalmente meno sensibili nel rilevare le infezioni” nella fase iniziale “rispetto ai test molecolari”.

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