“In occasione della visita in Tunisia del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, speriamo che sia affrontata non solo la delicata questione dei migranti, parlando anche di canali sicuri e legali di accesso in Europa, ma anche quella dei rifiuti italiani illecitamente esportati in Tunisia. Da circa un anno e mezzo 212 container con migliaia di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati sono stoccati nel porto tunisino di Sousse e con il passare dei mesi la situazione si fa sempre più grave per ambiente, giustizia e cooperazione internazionale”. Questo l’appello in una nota di Rossella Muroni, deputata di FacciamoECO, e Majdi Karbai (nella foto), deputato del Parlamento tunisino del Gruppo Democratico eletto nel partito Corrente democratica, sul caso delle 8mila tonnellate di rifiuti esportati dalla Campania in Tunisia e bloccati al porto di Sousse da oltre un anno. – continua sotto –
Un caso affrontato lo scorso ottobre, a Napoli, in occasione del Forum Polieco sull’economia dei rifiuti dove proprio Karbai, oltre a ricostruire i passaggi del trasporto dei rifiuti da Salerno a Sousse, ha trasmesso un video inedito che mostra come i rifiuti che dovevano essere inviati ad un vero impianto di trattamento siano stati in realtà stoccati in un capannone di proprietà della Soreplast in Tunisia, assolutamente impreparato a riceverli (leggi qui).
“Come già stabilito dalla Regione Campania e confermato da Tar e Consiglio di Stato – continuano i due parlamentari – questi rifiuti devono essere rimpatriati in Italia. Di recente anche il Relatore Speciale delle Nazioni Unite su sostanze tossiche e diritti umani, Marcos Orellana, è intervenuto sul caso confermando quanto chiediamo da mesi: i rifiuti vanno rimpatriati in Italia senza ulteriori ritardi. Nonostante sia passato tanto tempo, infatti, si continua a rinviare e i container sono ancora parcheggiati in Tunisia. Torniamo quindi a sollecitare il governo italiano, come già fatto anche dalle associazioni ambientaliste italiane e tunisine, a intervenire con urgenza per riportare in Italia i rifiuti e a rivalersi poi nei confronti dei responsabili del traffico all’esito del procedimento giudiziario”.
Muroni e Karbai aggiungono: “Ricordiamo che questa vicenda ha portato all’arresto di dodici persone in Tunisia e a un’inchiesta presso la Procura di Potenza. E che sono tuttora stoccati a Sousse, sotto sequestro preventivo, i container carichi di rifiuti spediti dall’azienda italiana Sviluppo risorse ambientali alla tunisina Soreplast. Una ispezione delle Dogane tunisine – si riferisce ancora nel comunicato – ha infatti rivelato che nei container non ci sono rifiuti plastici come dichiarato, ma scarti di ogni tipo da differenziata domestica destinati non al recupero bensì alla discarica o all’incenerimento. Tipologia che non può essere esportata tra paesi Ue ed extra Ue”. – continua sotto –
“Non è accettabile – sostengono i due deputati – che in Europa e in Italia si lavori alla transizione ecologica e che, contemporaneamente, qualcuno pensi di guadagnare esportando illecitamente rifiuti in un Paese amico. È tempo di passare all’azione per sanare quanto prima la situazione e speriamo che dalla visita del Ministro Di Maio a Tunisi possano arrivare risposte in tale direzione”. “Parliamo di un caso preoccupante – conclude Muroni – sul quale ho proposto un’audizione di Majdi Karbai, che molto si è impegnato per la corretta conclusione della vicenda, presso la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati”.